Chi tratterà i dati, dove verranno conservati e per quanto tempo? Il Governo deve fare chiarezza su informazioni essenziali come queste, rispetto all’utilizzo dell’app Immuni.
Pur sostenendo la scelta di soluzioni che si collocano in una prospettiva integrata a livello europeo, non possiamo che stigmatizzare la poca trasparenza nel processo decisionale e la mancanza di informazioni. Il risultato delle valutazioni del gruppo di lavoro avrebbe dovuto essere pubblicato insieme all’ordinanza, per fugare ogni dubbio rispetto alla decisione presa, così come avrebbero dovuto essere forniti da subito i dettagli relativi all’affidabilità e alla sicurezza e quelli su una eventuale valutazione d’impatto preventiva, richiesta dall’art.35 del Gdpr.
Ricordiamo al Governo che il ricorso a strumenti di contact tracing può avvenire solo a seguito di un provvedimento legislativo che ne configuri il termine temporale, oltre a tutte le altre garanzie riguardo alla protezione dei dati, dichiara Massimiliano Iervolino, Segretario di Radicali Italiani.
Ricordiamo, infine, che affinché l’utilizzo di Immuni sia efficace, deve essere inserito in una strategia complessiva che rafforzi il sistema sanitario e comprenda la dotazione su larga scala di test che possano rilevare la positività al virus. Come segnalato dal garante della Privacy l’app dovrebbe essere scaricata dal 60% degli italiani per essere davvero efficace. Per questo è necessario aumentare la trasparenza, l’informazione e il coinvolgimento della società civile. Se non venissero attuate queste condizioni minime, non solo verrebbero lesi i diritti dei cittadini, ma non si otterrebbero nemmeno i risultati che ci si attende da questi strumenti.