Solo ieri 15.199 nuovi contagi su 177.848 tamponi effettuati con 127 decessi registrati. Questi sono i numeri del virus che corre in tutta Italia seppur con differenze tra regioni e aree metropolitane del Paese molto spiccate. La parola d’ordine sicuramente è rigore, ma le misure ‘chirurgiche’ e localizzate basteranno oppure servirà intervenire più duramente con veri e propri lockdown? Che tipo di inverno si profilerà? L’agenzia di stampa Dire ha rivolto queste domande al professor Luca Richeldi, direttore dell’Uoc di Pneumologia del Policlinico Gemelli di Roma, presidente della Società Italiana di Pneumologia e membro del Comitato tecnico scientifico che supporta il Governo nella gestione della pandemia.
“Ci auguriamo che queste misure mirate basteranno, però nessuno può saperlo con certezza. Sicuramente hanno senso perche’ in questo momento osserviamo una situazione epidemiologica molto diversa da quella che avevamo a marzo. Le misure ‘chirurgiche’ hanno più senso rispetto a delle misure più generalizzate in un momento in cui la circolazione del virus riguarda l’intero Paese, anzi tutta Europa. In ogni caso, allo stato attuale, pensare di fare degli interventi simili a quelli decisi nella fase 1 della pandemia non ha un gran senso. Bisogna piuttosto stare molto attenti – precisa Richeldi – ad alcune aree metropolitane che sono più preoccupanti”.
Sembravano numeri irraggiungibili e invece abbiamo ritardato di sole due settimane i numeri del contagio registrati in Spagna e in Francia. Qual è la regola base da non dimenticare nella lotta al virus?
“Il virus non e’ cambiato- precisa Richeldi- Fortunatamente oggi riusciamo ad effettuare delle diagnosi più precoci, i pazienti sono più giovani e possiamo fare affidamento su delle gestioni farmacologiche più efficaci. In particolare ora sappiamo cosa usare e cosa non usare e questo stato di cose ci consente di gestire i malati in maniera migliore. Non perchè sia cambiato il virus o siano cambiate le polmoniti, bensì perche’ ora sappiamo come affrontarle. Dobbiamo rispettare le regole e ognuno deve fare la propria parte e aspettare che la scienza e la medicina progrediscano. E poi bisogna avere fiducia che soprattutto dopo il periodo invernale qualcosa di buono lo avremo. Sicuramente in questi mesi dovremo cercare di essere molti attenti e rigorosi”.
Sulla corsa delle company al vaccino: “C’è uno sforzo e un coinvolgimento delle aziende farmaceutiche che non ho mai visto prima. Mi aspetto che possano esserci dei tempi e delle modalità diverse a quelle a cui eravamo abituati”, conclude Richeldi.