“È uno studio interessante e undici positività riscontrate non sono poche, ma non è una novità che i mezzi pubblici siano un veicolo di infezione del virus. Diciamo che è una conferma di quello che diciamo da tempo”. Risponde così il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, interpellato dall’agenzia Dire in merito ai controlli sull’osservanza delle misure di prevenzione al contagio da Covid-19 effettuati dal Nas della Capitale, con il supporto di personale tecnico dell’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale del Lazio (Arpal), che ha eseguito il prelievo di 42 tamponi su automezzi e vetture metro e ferroviarie della rete di trasporti pubblici urbani ed extraurbani. A seguito delle analisi di laboratorio, sono state rilevate 11 positività di campioni risultati prelevati da un autobus urbano, da 4 autobus di linee extraurbane della Capitale e da 6 vagoni della linea ferroviaria extraurbana Roma Lido. I tamponi risultati positivi alla presenza del Covid-19 erano stati prelevati da punti ritenuti sensibili, come maniglie di apertura delle vetture, pulsanti di chiamata della fermata, barre di sostegno dei passeggeri e poggiatesta dei sedili.
“I trasporti sono sicuramente un problema perché c’è molta gente che li utilizza- prosegue Magi- non avviene mai una sanificazione totale dei mezzi di trasporto quindi è chiaro che il virus circoli tranquillamente. Quando si sale su un autobus, su un tram oppure su una metro, se ci si tocca occhi, naso o bocca, ci vuole un attimo a contagiarsi, specialmente con le varianti che sono più ‘aggressive'”.
Ma cosa si può fare per evitarlo? “Basterebbe sanificare sempre le mani, sia quando si sale sia quando si scende da un mezzo pubblico- risponde ancora Magi alla Dire- ma purtroppo non tutti lo fanno. Invece ognuno di noi, se usa i mezzi pubblici, dovrebbe avere in tasca un gel per la sanificare le mani, oltre ovviamente ad indossare sempre la mascherina”.
Vaccino. Omceo Roma: mancanza delle dosi è problema serio
“La mancanza delle dosi di vaccino è un problema serio, che ora si somma anche il discorso dell’obbligatorietà degli operatori sanitari: entro 10 giorni, in teoria, dovrebbero vaccinarsi tutti quanti. Ma parliamo di parecchie decine di migliaia di persone e i vaccini ancora scarseggiano”. Così il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, interpellato sul tema dall’agenzia Dire.
“Hanno poche dosi i medici di famiglia e hanno poche dosi I centri vaccinali- sottolinea Magi- quindi dobbiamo solo aspettare che questi vaccini arrivino, ma devono arrivare in fretta e chi può deve darsi da fare per ottenerli il prima possibile”.
Secondo Magi, poi, la legge che ora impone l’obbligo di vaccini a tutti i sanitari “modificherà in parte il piano vaccinale” e tutti gli operatori “avrebbero già dovuto vaccinarli prima”, perché ora “ci sarà una massa importante di persone da vaccinare e le dosi ancora non si vedono”, conclude.