“Le riaperture, senza fare i vaccini, sono un azzardo a livello sanitario. Ma mi rendo conto che a livello economico ci sono dei problemi”. Così il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, interpellato dall’agenzia Dire in merito alle riaperture di alcune attività in Italia a partire da lunedì prossimo.
“Se riuscissimo a coprire la popolazione con i vaccini sarebbe molto più semplice riaprire- ha proseguito Magi- in Inghilterra e in Israele lo hanno fatto perché hanno vaccinato la popolazione, ci sono poi altri Paesi europei che non hanno chiuso completamente ma hanno meno morti dei nostri, bisogna allora ancora capire bene questo fenomeno. Certamente a livello economico l’Italia non può continuare a bloccare le attività produttive, si possono provare a riaprire piano piano, con criterio e con rispetto delle regole”.
I cittadini, sottolinea però Magi, questa volta “devono capire che adesso tocca a loro, non possono ancora una volta delegare ad altri le responsabilità, che sono solamente dei singoli. Sono i singoli che devono rispettare la legge, perché se non lo fanno si crea un problema grande. È facile accusare gli altri, adesso dobbiamo essere noi a rispettare quello che ci dicono di fare”.
Secondo il presidente dei medici capitolini, dunque, l’importante è che le riaperture “si faccia no con delle regole ben precise di sicurezza, che però vanno fatte rispettare. D’altronde sono gli stessi operatori a denunciare le loro difficoltà, molti ristoratori addirittura dicono che quando arrivano le persone non sono in grado di gestirle. Allora deve esserci qualcuno che faccia un controllo serrato, anche se, ripeto, a livello sanitario le riaperture sono un azzardo”.
Anche per eventuali trasgressioni da parte dei gestori? “Il rischio c’è. Ma soprattutto i cittadini. Infatti anche questo fine settimana- ha risposto Magi- in alcune strade di Roma non si riusciva a camminare per la folla di persone che c’era”. Quanto a un eventuale Lazio in zona gialla ‘rafforzata’, il presidente dell’Omceo Roma infine ha detto: “Non vorrei che fosse un arancione ‘mascherato’… In ogni caso i dati stanno finalmente tendendo a un miglioramento ma bisogna evitare di tornare come prima. La Sardegna, ricordiamolo, ha impiegato 20 giorni per passare da bianca a rossa. Il problema è sempre la mancanza di vaccini”.