“In due settimane” il contagio da Covid 19 nelle carceri è aumentato “di circa il 600%”. Lo sostiene il sindacato della polizia penitenziaria Osapp in una lettera al ministro della Giustizia Bonafede e al capo del Dap Petralia.
Destano in questa O.S. grave e motivata preoccupazione i dati e le notizie riguardanti il costante aumento (circa il 600% in due settimane) dei contagi da COVID19 sia nel Personale, in particolare di Polizia Penitenziaria e sia nell’utenza detentiva.
Rispetto a tale situazione, oltre ad una generale e quanto mai pericolosa promiscuità (assenza di dispositivi di protezione individuale per quanto riguarda i ristretti) nei reparti detentivi e nelle zone di attività e socialità in comune, non poca perplessità sta destando la sostanziale assenza di disposizioni di carattere nazionale, ovvero emanate dagli Organi del Dap, riguardanti il coordinamento operativo delle misure e degli interventi da adottarsi per prevenire e contrastare il contagio e in particolare il reiterato mantenimento senza limitazioni di sorta, da quanto si apprende, dei servizi di traduzione, di piantonamento nonché i colloqui “de visu” tra i detenuti e i familiari/congiunti, anche provenienti da regioni diverse, atteso anche che i precari divisori in plexiglass installati in fretta e furia nel periodo aprile-maggio sui tavolini delle sale colloqui in carcere non impedirebbero del tutto lo scambio di contatti fisici e di effusioni.
In tal senso e ad avviso di questa O.S., il carcere si presenterebbe quale un’ingiustificata “zona franca” anche rispetto alle recenti e urgenti misure adottate in Consiglio dei Ministri, rivolte alla prevenzione e al contenimento del contagio e che dispongono per la massima limitazione degli spostamenti, anche attraverso l’adozione di dispositivi per la visione da remoto, persino in ordine alle incombenze di natura
giudiziaria e penale.
In sintesi e per quello che si constata in questo momento, il Dap avrebbe lasciato ogni responsabilità ed adempimento alla scelta di Provveditori regionali e Direzioni di istituto penitenziario con ciò, in luogo della necessaria unitarietà d’intervento e di iniziativa determinando una condizione variegata e quanto mai confusa. Nel ritenere, pertanto e in conclusione che tali situazioni non possano prescindere da responsabilità anche di natura politico, laddove al Dap sembrerebbero sottovalutare le responsabilità amministrative, la presente è pertanto diretta all’attenzione e per le necessarie determinazioni, di rispettiva pertinenza, delle SS.LL. on.li.