FAMIGLIE TAGLIANO REGALI, ADDOBBI E ALTRE SPESE LEGATE ALLA FESTA. E PER LA PRIMA VOLTA A RISCHIO ANCHE IL COMPARTO ALIMENTARE. BUSINESS DEL NATALE SI FERMA A 8,5 MILIARDI DI EURO (-1,5 MLD SU 2019), SPESA A FAMIGLIA SCENDE A QUOTA 330 EURO…
Il Covid svuota la slitta di Babbo Natale, che quest’anno porterà meno regali nelle case degli italiani. Lo afferma il Codacons, che ha elaborato una prima analisi sulla propensione alla spesa da parte delle famiglie in vista del prossimo Natale.
La situazione attuale del paese avrà effetti pesanti sulle spese natalizie, e molteplici sono i fattori che influiranno sui comportamenti dei consumatori – spiega il Codacons – Da un lato c’è l’impoverimento generale di una consistente fetta di popolazione che ha subito una perdita di reddito non indifferente tra marzo e oggi, dall’altro una situazione di grande incertezza sul futuro, che porta a contenere la spesa attuale in favore del risparmio. Vi sono poi le restrizioni imposte dal Governo e dalle Regioni, che limitano spostamenti e possibilità di acquisto, e che potrebbero aggravarsi nelle prossime settimane. Basti pensare che lo scorso anno quasi il 60% dei consumatori si è rivolto ai negozi tradizionali per acquisti legati al Natale.
Un quadro che – secondo le analisi del Codacons – porterà ad una generalizzata contrazione dei consumi natalizi (spese per regali, addobbi per la casa, alimentari, cura della persona e bellezza, ecc.) che scenderanno complessivamente del -14,5% sul 2019. Rispetto agli oltre 10 miliardi di euro di consumi generati dal Natale 2019, gli italiani spenderanno quest’anno circa 8,55 miliardi di euro per la festività, con una perdita che sfiora 1,5 miliardi di euro.
La spesa per il Natale passa così dai 386 euro a famiglia del 2019 ai circa 330 euro del 2020, con dinamiche diverse a seconda dei settori.
I comparti dove le famiglie, al momento, prevedono di ridurre maggiormente gli acquisti sono: concerti e spettacoli (-85%), viaggi (-70%), articoli sportivi (-35%), gioielli e bijoux (-30%), abbigliamento e calzature (-28%), trattamenti di bellezza e cura della persona (-22%), addobbi per la casa (-15%). Per la prima volta nella storia del Natale anche il settore degli alimentari potrebbe risentire dell’effetto Covid, con tavole più leggere del -5% rispetto allo scorso anno, salvo ovviamente nuovi limiti e restrizioni imposte dal Governo su pranzi e cenoni di Natale.
Si manterrà invece stabile la spesa per i giocattoli da destinare ai bambini, e si stima una sensibile crescita dei consumi per il comparto elettronica e hi-tech (+12%) anche come effetto dello smartworking che interessa milioni di lavoratori.
“Quest’anno la slitta di Babbo Natale sarà più leggera perché l’emergenza Covid, le difficoltà economiche delle famiglie e l’incertezza sul futuro del paese portano ad una inevitabile riduzione degli acquisti – spiega il presidente Carlo Rienzi – Ci saranno meno regali e si riduce il valore dei doni da destinare a parenti e amici. Ricicleremo gli addobbi dello scorso anno e anche le tavole rischiano di essere più povere, con meno parenti al nostro fianco durante pranzo e cenone di Natale”.
Si tratta di una prima previsione (che non tiene conto degli acquisti che avverranno durante il Black Friday) che considera la situazione attuale dell’Italia e le restrizioni in vigore, e gli effetti dell’emergenza Covid sulla propensione alla spesa degli italiani – specifica l’associazione – L’andamento dei consumi potrebbe quindi cambiare a fronte di ulteriori limiti e lockdown localizzati, o di un allentamento delle misure sul coronavirus nel corso del mese di dicembre.