In un Report pubblicato, Azione contro la Fame presenta i risultati del Progetto-pilota “Mai più Fame: dall’emergenza all’autonomia” e fa il punto sulla crisi alimentare in Italia, mettendo a sistema i dati più aggiornati.
In un contesto di evidente aggravamento della crisi economica ed alimentare, il Progetto si dimostra efficace nel contrasto all’insicurezza alimentare, in una prospettiva di medio e lungo termine. Il modello, infatti, accompagna le persone in un processo di ri-attivazione, recupero della fiducia in sé stesse, e rafforzamento della resilienza, con lo scopo ultimo di renderle autonome nell’inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro e sociale, superando i tradizionali limiti degli interventi che si concentrano sull’assistenza e sui sussidi.
Il Progetto, implementato a Milano presso l’Hub alimentare Spazio Indifesa del quartiere gallaratese nel primo semestre 2022, ha interessato 27 beneficiari, e le loro famiglie, per un totale di circa 100 persone raggiunte.
L’intervento non si è limitato al sostegno economico immediato, ma è stato finalizzato a rendere le persone indipendenti dall’assistenza, per costruire una sicurezza alimentare di lungo termine, attraverso:
- un sostegno immediato, con tessere-spesa per far fronte alle situazioni di emergenza;
- un percorso di educazione alimentare, per promuovere uno stile di vita sano e riorientare i pattern di acquisto;
- una formazione finalizzata alla riattivazione personale e alla ricerca di occupazione.
I risultati sono estremamente incoraggianti:
- ABITUDINI ALIMENTARI | L’indice che ne misura il miglioramento su una scala da 0 a 12 (HDDS)[1] è passato da 7,7 a 8,4 in soli 4 mesi, confermando l’impatto del programma di educazione alimentare. Il 78% dei beneficiari ha ridotto la quantità di zucchero consumata quotidianamente, il 74% consuma pasti più variati, il 70% beve più acqua, il 63% compra meno cibi grassi e ultra-processati. Inoltre, l’85% dei beneficiari ha dichiarato di aver imparato come preparare cibo sano per sé e per la sua famiglia; più del 90% ha affermato di considerare una dieta sana una delle cose più importanti per il benessere proprio e della famiglia; più del 70% ha affermato che esiste una correlazione tra miglioramento delle abitudini alimentari e miglioramento della propria occupabilità.
- OCCUPAZIONE | Al termine del percorso formativo il 52% dei partecipanti ha ottenuto un inserimento lavorativo con regolare contratto. Il 7% ha deciso di tornare alla formazione, professionalizzante o universitaria. Complessivamente, quindi, il tasso di successo del progetto in termini di riattivazione personale e professionale è stato del 59%. La maggior parte dei contratti di lavoro attivati è costituita da contratti a termine della durata media di 44 giorni. A questi va aggiunta l’attivazione di un contratto a tempo indeterminato. Questi dati risultano da un monitoraggio effettuato al termine dei 4 mesi di percorso, che verrà ripetuto successivamente, per verificare quanti dei contratti a termine siano stati rinnovati o stabilizzati e quanti dei non inseriti abbiano successivamente trovato occupazione.
Oltre a rilevare i risultati, in termini quantitativi e qualitativi, del primo ciclo di questo progetto, il Report fornisce la fotografia della povertà alimentare in Italia, racconta chi sono le tipologie di famiglie maggiormente vulnerabili oggi – ben rappresentate nel campione di beneficiari – raccoglie le loro testimonianze e analizza alcune dinamiche riscontrate nel gruppo-pilota, ad esempio, in relazione al possibile impatto dei sussidi al reddito sull’occupabilità, dedicandovi degli specifici approfondimenti.
“La missione di Azione contro la Fame, organizzazione internazionale specialista nella lotta all’insicurezza alimentare, è agire oltre le emergenze, intervenendo sulle cause strutturali, costruendo progetti di autonomia nel medio e lungo termine. È quello che da oltre 40 anni facciamo in 51 Paesi e, oggi, anche in Italia, dove la fame è tornata, con proiezioni per i prossimi mesi che la vedono allargarsi a macchia d’olio – dichiara Simone Garroni, direttore di Azione contro la Fame in Italia – questo progetto, e i dati lo confermano, è un esempio innovativo e virtuoso di contrasto alla povertà in cui l’aiuto nel breve periodo a chi fa fatica a mettere i pasti in tavola, viene legato a una prospettiva di empowerment. Un percorso finalizzato a recuperare l’autonomia, la dignità e la speranza che ogni persona, specie se in un momento di difficoltà, dovrebbe sempre conservare”.
Alla luce dei risultati positivi di questa prima fase-pilota, e dei bisogni rilevati nell’analisi sulla povertà e sull’insicurezza alimentare in Italia, nel biennio 2023-2024 Azione contro la Fame proseguirà nell’implementazione del progetto “Mai più fame: dall’emergenza all’autonomia”, aumentando i percorsi attivati per contrastare la povertà e favorire la sicurezza alimentare di lungo periodo, per raggiungere un numero maggiore di beneficiari, sia a Milano che in altre città d’Italia.
[1] “Household Dietary Diversity Score”