Milazzo – Anche i lavoratori metalmeccanici di Messina e provincia hanno aderito allo sciopero di quattro ore del comparto proclamato a livello nazionale da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil per la giornata di oggi. In provincia di Messina lo sciopero è stato esteso a tutta la giornata e, a Milazzo, si è svolto il corteo molto partecipato dei lavoratori e che si è snodato dal varco 8 della Raffineria e sino al piazzale antistante il Comune di Milazzo.
La decisione di allargare a tutta la giornata le ore di sciopero è nata dalla drammatica condizione in cui versa il settore metalmeccanico di questo territorio, privo di investimenti e di piani industriali degni di questo nome, dilaniato dalla precarietà, dagli appalti selvaggi e dalla sistematica pratica del dumping contrattuale.
«A livello nazionale – sottolineano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Pietro Patti, Antonino Alibrandi ed Ivan Tripodi, insieme ai segretari generali di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil Daniele David, Giuseppe Crisafulli e Giovanni Mirabile – chiediamo al Governo di dare risposte concrete attraverso l’elaborazione di politiche industriali, oggi totalmente assenti, e di riaprire il tavolo sull’industria. Nel nostro territorio ribadiamo che il settore industriale deve tornare ad essere un punto di riferimento per l’occupazione e per il lavoro. Serve chiarezza attorno alla transizione energetica e agli investimenti, servono processi di accompagnamento alla transizione sociale per i lavoratori che sono all’interno dei cicli produttivi, ma soprattutto a quelli che sono alla ricerca del lavoro. Questo è un territorio che negli anni ha perso tantissima occupazione e abbiamo la necessità di avviare un processo di transizione energetica e sociale supportato da investimenti seri, duraturi e di prospettiva. Qui servono anche le infrastrutture, quelle che rendono un territorio attrattivo e senza le quali non ci possono essere interessi a stabilire insediamenti produttivi. Occorre rilanciare le aree artigianali, rendere operativo il pontile di Giammoro, potenziare i collegamenti ferroviari e la mobilità. Solo così, quest’area può diventare attrattiva per le industrie e per le aziende che vogliono investire sul nostro territorio».
Lo sciopero nazionale vuole dare vita ad una piattaforma rivendicativa che punta alla soluzione per le crisi aperte e ad una transizione energetica sostenibile sul piano ambientale e sociale. Una situazione esplosiva, perché impatta sui destini di oltre 10.000 operai metalmeccanici dispersi in tutto il territorio, taglieggiati da salari da fame e sottoposti ad ogni forma di abuso, con ricadute drammatiche anche sulla loro salute.
In piazza oggi c’erano i lavoratori di Raffineria, di A2a, del laminatoio Duferco, di tante altre piccole industrie ed aziende locali, a testimonianza di come i lavoratori metalmeccanici messinesi vivano tutti la medesima condizione.
«Abbiamo messo insieme delle gravi fragilità che coniugate in unico disegno progettuale possono rappresentare un elemento di riscatto per il nostro territorio. La vertenza metalmeccanica parla a tutto il territorio poiché vi è una pesantissima emergenza salariale e i lavoratori pagano gli effetti di una inflazione altissima» hanno così concluso i sindacalisti.