CRISI UMANITARIA A GAZA: IL BLOCCO DEGLI AIUTI UMANITARI COLPISCE DONNE E BAMBINI

Il blocco totale degli aiuti diretti a Gaza imposto dalle autorità israeliane sta causando gravi carenze di cibo e carburante, mettendo le donne a rischio maggiore di sfruttamento, secondo quanto riferiscono i partner di ActionAid a Gaza. 
Da undici giorni nessun cibo, acqua, medicine, carburante o altri beni essenziali sono entrati a Gaza. Di conseguenza, i prezzi dei generi alimentari sono schizzati alle stelle, rendendo i beni di prima necessità inaccessibili per molte famiglie, mentre sei panifici sono già stati costretti a chiudere per la mancanza di gas da cucina. Domenica scorsa, le autorità israeliane hanno interrotto la fornitura di elettricità alla Striscia, causando una drastica riduzione della produzione di acqua nell’unico impianto di desalinizzazione operativo di Gaza, che fornisce acqua potabile a mezzo milione di persone. 

“C’è una grave carenza di cibo nei mercati e anche di carburante. Le persone non possono permettersi di acquistare il cibo perché è troppo costoso – dichiara il Dottor Mohammed Salha, Direttore ad interim dell’ospedale Al-Awda nel nord di Gaza, gestito dal partner di ActionAid Al-Awda. “Questo ha un impatto particolarmente pesante sulle donne, soprattutto sulle donne incinte, compromettendo le loro vite e la loro salute. Più di 20 donne partoriscono ogni giorno nell’ospedale. Le scorte di carburante dell’ospedale stanno diminuendo perché le autorità israeliane hanno chiuso tutti i confini e i porti. Spero che questa situazione finisca presto, così che medicinali, forniture mediche, carburante e cibo possano arrivare nel nord”.

Anche prima di questo ultimo blocco degli aiuti, il livello di bisogno a Gaza era già critico, e le scorte di beni essenziali scarseggiavano dopo 15 mesi di guerra e restrizioni severe agli aiuti. Ora, le organizzazioni umanitarie troveranno ancora più difficile sostenere la popolazione. Sahar, Direttrice della Palestinian Development Women Studies Association (PDWSA), partner di ActionAid a Gaza, afferma: “Molte famiglie palestinesi dipendono fortemente dagli aiuti alimentari forniti dalle istituzioni e dalle organizzazioni umanitarie. Bloccare questi aiuti espone le donne e le famiglie a un enorme rischio di fame e aumenta la povertà nella società. Inoltre, le donne diventano più vulnerabili allo sfruttamento e agli abusi a causa della pressione economica e della mancanza di beni essenziali e potrebbero essere sfruttate da alcuni commercianti o fornitori di servizi”.

In quanto potenza occupante, le autorità israeliane hanno l’obbligo, ai sensi del diritto internazionale umanitario, di garantire un accesso senza ostacoli agli aiuti umanitari per Gaza. La Corte Internazionale di Giustizia ha inoltre ordinato alle autorità israeliane di fornire servizi di base e assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza.

“La situazione umanitaria a Gaza sta peggiorando rapidamente. Privare le persone di aiuti salvavita è un’evidente violazione del diritto internazionale umanitario e costerà sicuramente molte vite. Chiediamo che tutti i valichi di frontiera vengano aperti e che gli aiuti umanitari vengano consegnati immediatamente e su larga scala” afferma Riham Jafari, Coordinatrice per la comunicazione e l’advocacy di ActionAid Palestine.