Ventidue milioni di euro di risparmi, 16.000 pazienti l’anno che potrebbero rientrare a casa in giornata dopo una procedura coronarica per via percutanea senza per questo vederne compromessi gli esiti: è quanto sarebbe possibile mettendo in atto le modalità di gestione della day surgery nei laboratori di emodinamica e cardiologia interventistica italiani, secondo il documento di posizione appena pubblicato dalla Società Italiana di Cardiologia Interventistica (GISE) e discusso in occasione della VII edizione di GISE Think Heart 2022, a Napoli il 7 luglio.
Le stime sono state rese possibili dall’analisi dei dati nel Registro GISE degli esami diagnostici e degli interventi coronarici, vascolari o strutturali che vengono eseguiti nei centri di emodinamica italiani: si tratta di un archivio unico nel suo genere, attivo fin dal 1981, che oggi consente di conoscere con estrema precisione l’andamento dell’attività dei laboratori del Paese, raccogliendo continuativamente i dati e diventando così un database prezioso per valutare gli interventi di diagnosi e cura effettuati in tutta Italia.
“Questo recentissimo Position Paper sul ricovero breve per le procedure coronariche percutanee in elezione cerca di offrire spunti per l’ottimizzazione delle risorse, identificando i criteri con cui individuare i pazienti con un profilo di rischio inferiore da indirizzare a una gestione in day surgery – spiega Giovanni Esposito, presidente Società Italiana di cardiologia Interventistica (GISE) e direttore della UOC di Cardiologia, Emodinamica e UTIC dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli –. Un intervento in day surgery è infatti possibile per pazienti selezionati tramite la stratificazione del rischio, consentendo di snellire le liste d’attesa e incrementare del 40% le angioplastiche settimanali senza alcun esito negativo per i pazienti. Analizzando i dati del Registro GISE, abbiamo valutato che la modalità di day surgery potrebbe essere applicata a circa un paziente su dieci dei 160.000 trattati ogni anno in elezione, con risparmi annui stimati in 22 milioni di euro”.
Dal 2015, con il progetto Think Heart, i dati del Registro GISE vengono presentati pubblicamente perché siano occasione di riflessione per contribuire, assieme alle Istituzioni, a realizzare un nuovo modello organizzativo che ottimizzi le risorse e gli esiti. La raccolta dati GISE, unica rilevazione puntuale sulle procedure di cardiologia interventistica in Italia, è perciò uno strumento indispensabile per le Istituzioni e dal prossimo anno non sarà più una raccolta retrospettiva ma ‘istantanea’, ovvero i dati verranno immessi puntualmente per poter fare estrapolazioni in ogni momento dell’anno; inoltre, è stato raggiunto anche un accordo con AGENAS così che i dati di attività GISE possano concorrere a fornire dati utili per il Piano Nazionale Esiti.
“Il database della raccolta dati GISE, ora ‘GISE Activity Data’, negli ultimi due anni ha ampliato le voci raccolte e introdotto la registrazione di dati di outcome perioperatori; inoltre da 6 anni sul sito GISE viene pubblicata una rassegna dei dati suddivisa per Regioni che offre una prospettiva dell’attività a livello territoriale estremamente dettagliata, una ricchissima e preziosa fonte di informazioni – prosegue Esposito – Tutto questo deve e può essere utilizzato per guidare al meglio l’organizzazione di ospedali e territorio, così da individuare per esempio le barriere cliniche, organizzative e gestionali per l’accesso alle cure e individuare percorsi intra- ed extra-ospedalieri ottimali per i pazienti, come stiamo cercando di fare attraverso una survey nazionale: riteniamo che occorra una collaborazione continua e fattiva tra il GISE e le altre società scientifiche così come con le autorità nazionali e regionali, per valutare cosa manca oggi nel percorso del paziente e per esempio pensare all’ammodernamento degli attuali sistemi di rilevazione dei dati clinici. Il GISE è sempre in prima linea per cercare di offrire le migliori risposte possibili ai cittadini: già nel 2019 avevamo pubblicato una Roadmap Strategica per garantire ai pazienti le terapie più appropriate e l’accesso agli standard di cura in cardiologia interventistica, su tutto il territorio nazionale”.