RINCARI TARIFFARI NON ADEGUATAMENTE COMUNICATI AGLI UTENTI E MOTIVATI DA INSPIEGABILI “MUTATE CONDIZIONI DI MERCATO”…
La terza ondata di rincari tariffari decisa da Dazn e che scatterà dal prossimo 22 agosto finisce all’attenzione dell’Antitrust. Il Codacons ha deciso infatti di presentare un esposto all’Autorità per la concorrenza per la possibile fattispecie di pratica commerciale scorretta, chiedendo di verificare se le modalità di comunicazione delle modifiche tariffarie siano conformi alle disposizioni vigenti. Aumenti che, denuncia inoltre il Codacons, non appaiono in alcun modo giustificati.
Nella comunicazione inviata da Dazn ai propri clienti la società esordisce con un lungo messaggio nel quale scrive: “DAZN è l’unica piattaforma dove vedere tutta la Serie A Enilive fino al 2029 per un totale di 1.900 partite, inclusi tutti i big match delle prossime 5 stagioni”. Non solo, la piattaforma si dichiara entusiasta di annunciare due importanti novità che andranno ad arricchire il tuo abbonamento”. La comunicazione prosegue con una serie di informazioni sui Giochi Olimpici di Parigi 2024 e dettagli su altri sport che è possibile seguire grazie alla piattaforma.
Solo dopo questa lunga premessa il messaggio, secondo le proteste di numerosi utenti, riporta le informazioni sulle variazioni tariffarie che partiranno successivamente al 22 agosto 2024, giustificate dalla società con le “mutate condizioni di mercato”.
In primo luogo la comunicazione inviata via mail da Dazn non permetterebbe agli utenti di percepire in maniera immediata lo scopo del messaggio, che è quello di informare i clienti delle modifiche unilaterali delle condizioni contrattuali e tariffarie, perché solo alla fine della mail, dopo un lungo preambolo sui vantaggi di Dazn, vengono riportati i dettagli delle nuove tariffe – denuncia il Codacons – In secondo luogo i nuovi ritocchi tariffari appaiono ingiustificati, e non si comprende quali sarebbero le “mutate condizioni di mercato” su cui basano gli aumenti, considerato che l’inflazione in Italia si è attestata da mesi allo 0,8%, ma che soprattutto gli interventi normativi e il potenziamento dei controlli in materia di streaming illegale hanno inferto un duro colpo alla pirateria, finora utilizzata come scusa dalle pay-tv per ritoccare i listini – conclude il Codacons.