Il disegno di legge Sicurezza non piace neanche all’Associazione nazionale forense (Anf) perchè “prevede la criminalizzazione di nuove condotte e la previsione di sanzioni penali draconiane che inflazionano lo strumento del diritto penale cosiddetto d’autore”, da un lato e “l’adozione di istituti tipici del cosiddetto diritto penale del nemico compromette l’efficacia di principi generali fondanti del nostro ordinamento giuridico quali il principio di offensività e proporzionalità non negoziabili in una moderna società democratica”, dall’altro.
La voce di Anf è quella del presidente nazionale Giampaolo Di Marco, e arriva in concomitanza a quella del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Bologna che chiede il ritiro del ddl perché, in sintesi, punisce il dissenso politico e i deboli, mentre servirebbe ben altro a partire da un alleggerimento delle carceri. E’ duro il giudizio di Di Marco: “L‘uso del diritto penale da parte del legislatore, in chiave propagandistica, introduce ‘norme manifesto’ per compiacere soltanto i desiderata del Governo e nel tentativo di assicurarsi il consenso nel breve termine, senza intervenire sulle cause strutturali del disagio e della marginalità in cui versano alcune tipologie di autore dei reato”.
Anche per il presidente dell’Anf, dunque, “il disegno di legge in questione andrebbe ritirato tout court non essendovi, allo stato, alcun bisogno di introdurre nuove figure di delitti in un momento storico in cui il sistema giustizia è già in grave affanno e grave ritardo a perseguire i reati già esistenti in tempi ragionevoli. Nessuna buona riforma, in nessun settore del diritto, ancor meno in quello penale, può essere efficacemente varata sotto la spinta emotiva di singoli fatti di cronaca specifici, seppure esecrabili”, conclude Di Marco.