Milano – Si è svolta alla presenza dell’assessore alla Cultura Filippo Del Corno, la cerimonia ufficiale di intitolazione del giardino di via Albini a Franca Helg (Milano, 1920-1989).
Nell’anno dedicato a “I Talenti delle Donne”, e nel centenario della sua nascita, il Comune ha voluto dedicare uno spazio di memoria permanente a una figura centrale nella storia dell’architettura del ‘900, che riuscì a imporsi con autorevolezza, determinazione ed eleganza in un contesto professionale prevalentemente maschile, agguerrito e competitivo.
Architetto, designer e docente, Franca Helg fu infatti una pioniera dell’architettura, entrando a far parte dei più importanti studi professionali del dopoguerra: dopo un’esperienza presso lo studio B.B.P.R. (Banfi, Belgiojoso, Peressutti e Rogers), approdò infatti già nei primi anni Cinquanta allo Studio Franco Albini, che diventò presto Studio Albini-Helg.
Il sodalizio con Franco Albini durò tutta la vita e il suo impegno professionale proseguì per quasi mezzo secolo, anche dopo la morte di Albini nel 1977, quando lo Studio si avvalse della collaborazione di altre due firme dell’architettura: Antonio Piva e Marco Albini.
Lo Studio Albini-Helg progettò a Milano, tra gli altri, i palazzi di via Argelati e gli allestimenti delle sale museali della Pinacoteca e dell’ex Museo Archeologico del Castello Sforzesco, ma soprattutto vinse nel 1964 il Compasso d’Oro per il progetto della prima linea della Metropolitana Milanese, che venne classificata come grande opera di design sociale: l’immagine coordinata della segnaletica, il pavimento realizzato con lastre di gomma nera a bolli leggibili anche dai non vedenti, o ancora il corrimano arancione delle scale sono tutti dettagli, ogni giorno sotto i nostri occhi, firmati dallo Studio Albini-Helg.
Moltissime anche le committenze in Italia – suoi per esempio i progetti della Rinascente di Roma, del quartiere Piccapietra a Genova, delle Terme Zoja di Salsomaggiore – e all’estero: non solo in Europa ma anche in Egitto, nei Paesi Arabi e in Sud America.