Nel corso degli ultimi mesi, aggiunge il dermatologo, i medici che operano sui territori hanno assistito a un cambiamento nel comportamento dei pazienti e, se questi sono bambini, anche dei genitori. Questi ultimi, “hanno sempre fatto triage, cercando di stabilire se fosse il caso o meno di portare il figlio dal medico. Le restrizioni e le indicazioni legate alla pandemia hanno accresciuto il loro senso di responsabilità e così negli ambulatori sono arrivati solo i casi davvero gravi”. La cautela utilizzata dai genitori e l’aver aspettato di più prima di portare i bambini dallo specialista ha però prodotto anche un effetto negativo: “Ora stiamo riscontrando quadri clinici peggiori”.
La riduzione degli accessi sia negli ambulatori che nei pronto soccorso è legata anche “al grande lavoro fatto dai pediatri durante i mesi del lockdown e in generale durante questa pandemia. In tanti sono stati accusati di aver tenuto chiusi gli ambulatori, ma in realtà hanno continuato a lavorare moltissimo al telefono, facendo triage pure attraverso le foto inviate dai genitori”. Uno strumento, quello della telemedicina, molto efficace sul fronte dermatologico, soprattutto, spiega lo specialista, “per i pazienti che avevano già avuto una diagnosi e necessitavano solo del follow up. Con i colleghi dei nostri territori di appartenenza abbiamo cercato di fare rete e- constata Galvan- abbiamo lavorato bene e stiamo continuando a farlo”.
Sul fronte dei sintomi del Covid nei bambini e delle manifestazioni dermatologiche, lo specialista chiarisce che nessuna manifestazione sulla pelle possa essere considerata un’avvisaglia dell’aver contratto il virus. “È importante capire – ribadisce Galvan- che se il bambino è sintomatico e ha contemporaneamente anche manifestazioni cutanee, queste ultime possono essere correlate al Covid. In alcuni casi, però, eseguendo il tampone a bambini con manifestazioni cutanee, l’esito è stato negativo, facendo pensare che i piccoli pazienti fossero guariti o avessero una carica virale talmente bassa da non essere rilevata dal tampone”. La manifestazione maggiormente riscontrata dai dermatologi, nei primi mesi della pandemia, “era simile a geloni sulla mani e soprattutto sui piedi. Un fenomeno sul quale invece i medici si stanno concentrando- conclude Galvan- è l’improvvisa scomparsa di queste manifestazioni, che abbiamo visto in numero consistente nei primi mesi della pandemia e non notiamo quasi più ora”.