E’ in discussione tra gli esperti proprio in questi giorni la possibilità di somministrare il vaccino AstraZeneca anche agli over-55, un limite anagrafico imposto da Aifa ma non dall’Ema o dall’Oms. ‘Limite’ che unito ad alcuni malumori provenienti dalla classe medica sembrano aver posto delle ‘ombre’ sull’efficacia di questo vaccino che tra i suoi vantaggi innegabili possiede il fatto di poter esser conservato a temperature normali agevolando quindi la somministrazione sulla popolazione generale. A fare il punto sull’efficacia, la copertura rispetto alle varianti e a chiarire quante dosi arriveranno nel nostro Paese tra febbraio e marzo con l’agenzia di stampa Dire è Piero di Lorenzo, Presidente dell’Irbm di Pomezia.
– Il vaccino anti Covid targato Astrazeneca-Oxford-Irbm sembra aver spaccato la classe medica. Lei come risponde a questi medici volendo fare chiarezza anche per arrivare alla popolazione generale visto che è partita la campagna vaccinale su determinate fasce di lavoratori under 55? E poi qual è l’efficacia certificata del vaccino alla prima dose e alla successiva seconda di richiamo?
“L’efficacia del vaccino secondo uno studio che e’ in pubblicazione, detto infatti ‘preprint’ sulla rivista specializzata Lancet tra le più titolate e specializzate al mondo certifica che l’efficacia del vaccino rispetto alla malattia grave e cioè alla eventuale ospedalizzazione è del 100 per 100. Vale a dire che il soggetto a cui viene inoculato il vaccino Astrazeneca sicuramente non andrà in ospedale e tanto meno in terapia intensiva. Sinceramente non mi sembra cosa da poco. Dopo l’inoculazione della prima dose l’efficacia è pari al 73% con la seconda dose, a 12 settimane, si arriva all’82%. Per cui il vaccino è assolutamente efficace e sicuro. E’ l’unico vaccino per il quale c’è una pubblicazione che certifica che questo evita la circolazione del virus cioè il contagio successivo al 67%. Ho registrato delle perplessità da parte di alcuni riportate poi sui media ma che non corrispondono a realtà. Per fare un esempio, ho letto un titolo ‘I medici rifiutano i vaccini di Astrazeneca’ all’interno il pezzo passava dal plurale si passava al singolare per poi capire alla fine che si trattava del caso di un singolo medico in fila all’Hub di Fiumicino che voleva sapere perché non veniva iniettato il vaccino di Pfizer. Tutto questo i media lo traducono come se l’intera classe medica rifiutasse il vaccino. Ripeto non è così. Ho la sensazione che continui la scia di quella informazione che mi lascia perplesso che è cominciata dal giorno dopo che è stato ufficializzato il prezzo di vendita del vaccino che ha portato a sollevare dubbi sulla stessa efficacia. Davanti a una multinazionale che decide di rinunciare a miliardi di dollari perché vende al prezzo di costo, io mi sarei aspettato un plauso e invece è partita una campagna sospetta quasi a voler dimostrare che costa poco perché vale poco. Non è così. Costa poco perché l’Astrazeneca, l’Università di Oxford hanno rinunciato a guadagnare su questo vaccino in costanza di pandemia”.
– Forse parte di questi dubbi, anche nella popolazione generale e non solo nella classe medica, provengono dal fatto che l’Aifa non abbia esteso anche agli over 55? Forse che Astrazeneca in tal senso non ha ancora abbastanza dati?
“Io non polemizzo o giudico quello che fa una Istituzione perché sono molto rigoroso e credo che qualunque decisione vada condivisa e basta. Lo studio di Lancet che ho citato prima è stato validato su 2.290 persone in Inghilterra, su 2.300 persone in Brasile e su questa popolazione sottoposta a test, il 38% del totale era composta da anziani anche affetti da patologie importanti come: insufficienza respiratoria, problemi cardiovascolari, diabete, obesità etc. Quindi lo studio è tranquillizzante. Registro perciò che l’Ema ha approvato il vaccino senza porre alcuna limitazione oltre i 18 anni e l’Oms ha ribadito tre giorni fa questo concetto. Poi se vogliamo andare su una situazione empirica in Inghilterra sono stati vaccinati 14milioni di persone compresi i centenari, soggetti con comorbilità importanti e non ci sono stati problemi di alcun tipo. Per cui per il resto ‘ci rimettiamo alla clemenza della corte'”.
– Il vostro vaccino ha un vantaggio cioè può essere conservato nei normali frigoriferi quindi potrebbe esserci anche la possibilità che venga somministrato magari attraverso i medici di medicina generale se il piano vaccinale sarà rimodulato oppure no?
“Credo proprio di sì perché questa caratteristica è uno dei vantaggi che nel campo della comunicazione sta diventando uno svantaggio tanto quanto il prezzo. La conservazione a temperature normali é uno dei vantaggi inoppugnabili del vaccino Astrazeneca cioè per trasportarlo non c’è bisogno di aerei. Viaggia, dico sempre, come i cremini e i sofficini a 2-8 gradi”.
-Visto che si parla molto in questo periodo di varianti questo vaccino come risponde in termini di copertura? E cosa aspettarsi per il futuro che servirà un richiamo come il vaccino antinfluenzale?
“Per quanto riguarda la variante inglese, che sembra quella più preoccupante vista la diffusione nel nostro Paese, il vaccino è totalmente efficace come sul ceppo originario. Per quanto riguarda la variante sudafricana e brasiliana, quest’ultime sono attualmente sottoposte a un trial clinico cioè i ricercatori stanno verificando. A breve si avranno delle risposte concrete e validate scientificamente”.
– Quante dosi erano previste per l’Italia da contratto e quante finora sono effettivamente arrivate e quante ne arriveranno nel nostro Paese?
“Stanno per arrivare a ore 300mila dosi, ne arriveranno altre700mila entro fine mese e nel mese di marzo sono previste 4milioni di dosi in consegna in Italia. Sono abbastanza fiducioso perché i ritardi che si sono verificati, dovuti a un problema del sito produttivo in Belgio saranno presto recuperate da Astrazeneca. Sono allo stesso modo fiducioso che nel secondo trimestre si possa mantenere tutti gli impegni presi dalla multinazionale con l’Unione Europea e con gli stati nazionali”.