Di Maio, le bufale delle promesse e l’evidenza della realtà

Sulla manovra economica “non arretriamo di un millimetro e se ce ne sarà bisogno noi spiegheremo questa manovra nelle piazze”, dichiara Luigi D Maio.

Di Maio chiama a raccolta i propri elettori nelle piazze, ma ricordiamo un candidato Di Maio che, due giorni prima delle elezioni, in una piazza romana, aveva promesso di tagliare 30 miliardi di sprechi con un decreto legge, cioè con effetto immediato, da approvare nel primo Consiglio dei ministri, ma di Consigli se ne sono svolti ben 21 e non c’è traccia del decreto taglia sprechi. Il vice premier Luigi Di Maio non ha presentato nessun decreto legge taglia sprechi.

 

I 30 miliardi di taglio agli sprechi, proposta dal candidato Di Maio, servivano per aiutare famiglie, disoccupati e pensionati, ma questi 30 miliardi sono stati già tagliati con il programma di razionalizzazione della spesa pubblica, proposta dal commissario Carlo Cottarelli, nel triennio 2014-2017.

 

Il vicepremier Di Maio, accortosi che i 30 miliardi promessi in campagna elettorale non ci sono, cerca di trovarli facendo debito ricorrendo ai mercati, cioè emettendo titoli di stato con sempre maggiori interessi da pagare, in sostanza, impoverisce il popolo del quale si sente nume tutelare.

“I mercati se ne faranno una ragione”, dichiarava Di Maio; già la ragione è che oggi lo spread ha raggiunto 300 punti, il che significa altro debito per il popolo.

 

Alla ricerca del capro espiatorio, sempre comodo in vista delle elezioni europee, Di Maio se la prende con l’Unione europea che chiede il rispetto degli accordi sottoscritti dal nostro Paese. La Ue fa terrorismo sui mercati, dichiara, e muove la stessa accusa ai partiti di opposizione accusandoli di volere un “colpo di stato finanziario”.

 

Dopo le promesse elettorali, tanto comode, quanto irrealizzabili, Di Maio si sta scontrando, capricciosamente, con il mondo reale, cioè con l’evidenza della realtà.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc