Da mesi lavoriamo dando centralità alla diplomazia e al dialogo con la Russia. Insieme, con partner europei e alleati, abbiamo provato con impegno a far dialogare le parti, a partire da quando ancora non c’era alcuna forma di escalation in Ucraina.
Personalmente nelle scorse settimane mi sono recato a Mosca per incontrare il mio omologo Lavrov, il presidente Draghi ha sentito più volte Putin.
Lo scrive il ministro degli Esteri Luigi Di Maio su Facebook.
Ma la carta della diplomazia, al governo russo, non è mai interessata: noi volevamo trovare una soluzione diplomatica, ma loro ammassavano le truppe al confine con l’Ucraina, per poi invaderla. In queste ore l’esercito russo continua a bombardare il popolo ucraino. Stanno morendo migliaia di civili innocenti: donne, uomini, bambini.
Questa invasione è stata condannata dall’Ue e dalla comunità internazionale, lo testimonia anche la risoluzione Onu votata ieri a New York. Neanche il popolo russo vuole questa guerra, un popolo che pacificamente ha il coraggio di protestare.
Dobbiamo tenere aperta la strada della diplomazia e del dialogo, rimanendo in contatto con tutte le parti soprattutto per ottenere un cessate il fuoco nelle prossime ore, ma nel frattempo le bombe continuano ad esplodere e il popolo ucraino continua a soffrire.
Siamo intervenuti con sanzioni economiche rigide nei confronti della Russia: è l’unico modo per fermare questa folle aggressione. E il governo russo nelle scorse ore ha ammesso che queste sanzioni stanno colpendo duramente la loro economia. Dobbiamo portare Putin a riprendere la strada della diplomazia, ma per farlo la guerra deve finire ed è proprio Putin che deve fermarla.
Il negoziato che oggi riparte deve essere reale e portare, come già detto, intanto a un cessate il fuoco. Nel frattempo è importante continuare a sostenere il popolo ucraino, che sta resistendo eroicamente. Quel popolo difende anche i nostri valori e la sicurezza di tutta l’Europa.
Tutti noi oggi dobbiamo sentirci cittadini ucraini.