Digitale? No grazie. L’assurdo della Giustizia, e non solo

La denuncia è esplicita: “una marca da bollo per i diritti di copia di un documento di 18 pagine costa 15,71 euro. Questa cifra comprende anche la commissione del tabaccaio che è del 4/5%. Ora, tramite PagoPa, il costo è di 15,71 euro più 1,50 euro di commissione (alla banca). Quindi, in sostanza, lo stato assorbe la commissione del 4/5 % e causa anche un ulteriore costo fisso di 1,50 euro su ogni transazione”. Viene da Alberto Vigani, vicepresidente del Movimento forense e si somma ad una serie di contraddizioni sugli obblighi digitali che le istituzioni interpretano a go-go (1).

 

Non è una novità che i pagamenti via PagoPa in diversi ambiti costino più di prima (2), ma vederlo applicato alla Giustizia è preoccupante, soprattutto per l’effetto moltiplicatore tipico di questi balzelli su un settore chiave come la Giustizia: vuoi te che, nel nostro caso l’avvocato, non faccia pagare al cliente una cifra arrotondata in eccesso per questo costo aggiuntivo? E’ così in tutte le transazioni commerciali e non ci sarebbe motivo perché qui sia altrimenti. E, come sempre, paga l’utente finale del servizio.

 

La questione non si ferma qui, ma va considerato che il balzello viene incassato dalla banca che – certo – dà un servizio, ma chi paga il servizio che noi pagatori diamo alla banca affidandole somme che sicuramente non terrà immobilizzate per poi versarle a chi di dovere, versamento che è probabile non avverrà in tempo reale ma quel tempo sufficiente perché quell’importo sarà già stato utilizzato finanziariamente.

 

E’ evidente che la questione è ampia e mette in discussione tutti questi nuovi sistemi di pagamento che avrebbero dovuto semplificarci la vita (e questo potrebbe anche valere un leggero costo superiore), ma che, guardandolo con attenzione, si dimostrano cialtroni (giustizia: è obbligatorio o no pagare con PagoPa?) e ad esclusivo vantaggio delle banche.

 

 

1 – https://www.aduc.it/articolo/giustizia+digitale+piu+costosa_35991.php

2 – alcune bollette, per esempio, prima pagate a costo zero tramite la propria banca che aveva una convenzione con il gestore riscossore, oggi sono gravate del balzello PagoPa o CBill.

 

Vincenzo Donvito Maxia . presidente Aduc