Nell’àmbito del Protocollo d’intesa sottoscritto dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e dall’Eurispes – Istituto di Studi Politici Economici e Sociali è stata elaborata un’analisi per delineare i contorni della presenza di illegalità all’interno del comparto delle costruzioni.
Il Gruppo Inteforze Centrale del Servizio Analisi Criminale ha monitorato, a questo scopo, il trend delle interdittive antimafia emanate a livello nazionale nel settore edilizio nell’arco temporale 2016-2021, l’incidenza territoriale, il coinvolgimento delle principali organizzazioni mafiose e le variazioni societarie (elaborazione su dati Infocamere) intervenute, in quanto un valore eccessivo delle stesse potrebbe essere “spia” di eventuali ingerenze criminali, volte proprio ad eludere i controlli antimafia.
Osservando i dati in serie storica nel periodo 2016-2021, per tutti i codici Ateco del macro settore edilizio, il Sud Italia registra il maggior numero di informazioni antimafia di natura interdittiva. Ciò è vero in particolare per quanto riguarda le interdittive relative alla costruzione di edifici con un particolare risultato esponenzialmente più elevato rispetto alle altre aree geografiche nel 2018 (111) e nel 2020 (103). Nel Centro Italia, si evidenzia invece una minima variazione nel trend, con picco nell’anno 2017 (19) ed una flessione costante negli anni successivi fino al dato del 2021 (6).
Per quanto riguarda invece le evidenze raccolte nei singoli macrosettori all’interno del comparto edilizio, l’andamento dei dati mette in evidenza una crescita importante delle interdittive antimafia nella costruzione di edifici passate da 70 nel 2016 a 158 nel 2020, e arrivano già a quota 137 a settembre 2021. Le attività di costruzioni di edifici rappresentano inoltre il settore più colpito da informative antimafia. Anche i lavori “costruzione specializzati” mostrano un aumento delle interdittive anche se in modo più altalenante nel tempo: erano 19 nel 2016, sono 29 nel 2021. Allo stesso modo, le interdittive riscontrate nel settore dell’ingegneria civile passano dalle 40 di sei anni fa alle 58 del 2021.
Per tutti gli anni e per tutto il macro settore edilizio, la ’Ndrangheta è la consorteria mafiosa maggiormente coinvolta nei tentativi di infiltrazione mafiosa nel tessuto produttivo delle imprese. Questo fenomeno si manifesta con particolari picchi nel 2020 e nel 2021 (66 interdittive in entrambi gli anni). A seguire, si posizionano la Camorra, che mostra un picco del dato di interdittive nel 2018, Cosa Nostra, con il dato più alto nel 2016, e la Sacra Corona Unita, con punta massima nel 2021.
Interessante osservare anche l’andamento delle variazioni societarie nell’edilizia, sempre nel periodo che va dal 2016 al 2021. Nell’ambito della costruzione di edifici, il turn-over delle cariche ha rappresentato la variazione maggiormente significativa, mantenendosi costante per tutto il periodo di osservazione. Le restanti variazioni osservate non subiscono particolari oscillazioni, con l’eccezione del turn over delle partecipazioni per l’anno 2016 e del trasferimento di quote per l’anno 2017.
Dalla comparazione del valore relativo al trend dell’attività di prevenzione delle infiltrazioni criminali, rappresentato dal numero delle interdittive emesse a carico delle società monitorate, con quello delle variazioni societarie avvenute nel medesimo arco temporale, si nota una sovrapposizione di queste ultime col dato numerico delle interdittive emesse nell’anno 2018, in particolare nei settori della costruzione di edifici e nei lavori di costruzione specializzati. Il settore dell’ingegneria civile, meno colpito dal fenomeno delle variazioni e dal numero delle interdittive, non subisce cambiamenti rilevanti nel corso del periodo di osservazione ed ha il picco massimo nell’anno 2019.
Proprio in un momento di massima esposizione del comparto delle costruzioni dovuto ai flussi economici legati ai fondi messi a disposizione dal Pnrr, appare importante continuare a monitorare il fenomeno di infiltrazione criminale nel comparto, utilizzando il modello individuato nell’àmbito della collaborazione scientifica avviata dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale e dall’Eurispes. L’impegno è non solo quello di procedere attraverso aggiornamenti cadenzati nel tempo, ma anche di far evolvere il modello con ulteriori raccolte di dati e incroci di indicatori che possano offrirne un contorno più netto.