“La trovo particolarmente sgradevole, sia nella poca eleganza della foto, per rimanere nei confini del confronto civile e sia perché parliamo di uno di quei quotidiani che fanno sempre battaglie in difesa delle donne, contro il body shaming, contro la volgarità e gli insulti, poi però se si deve giocare sull’ambiguità con una donna di destra va benissimo”. Questo è il commento del deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, ospite di 24 Mattino di Simone Spetia su Radio 24, sulla prima pagina di Repubblica che titola “Il diktat” e ritrae Giorgia Meloni a bocca aperta con un microfono di forma fallica.
“La trovo molto offensiva nei confronti del rispetto di tutte le donne ma, a prescindere da questo, la trovo politicamente insulsa perché non ho capito quale sia il diktat citato nel titolo. La Meloni ha fatto una riflessione molto serena che è quella di dire se non ci mettiamo d’accordo sulle regole prima di iniziare non ha senso andare al governo insieme, perché non daremmo all’Italia la stabilità di cui ha bisogno. Rispetto a una riflessione pacata, sobria e giusta per l’Italia si gioca sull’estremizzare con la parola ‘diktat’ e poi sull’offendere perché donna, giocando su ambiguità di cui oggettivamente non abbiamo bisogno in questa campagna elettorale – conclude a Radio 24 – e in generale in politica”.
“Banalmente quando eravamo piccolini abbiamo accettato le regole che avevano fatto quelli che all’epoca erano grandi, ovvero che fondamentalmente il premier viene deciso dagli elettori, cioè dal partito che prende più voti nelle urne, i collegi si dividono in base ai sondaggi e gli uscenti quando sono buoni ad amministrare – sindaci o presidenti di regione – si confermano. Erano regole fatte per favorire i partiti grandi a discapito nostro che eravamo piccolini. Adesso che si sono invertite le parti troveremmo curioso rimettere in discussione le regole scritte da loro, perché di questo si tratta. Quindi secondo noi stiamo tutti insieme con le stesse regole che avevano inventato Forza Italia e Lega quando noi eravamo piccolini, noi le abbiamo sempre riconosciute, riconosciamole anche adesso”.
“Pronti a collaborare, in quest’ultima fase non faremo ostruzionismo”
“Non solo l’appello di Mattarella è saggio, di buon senso e accoglibile ma addirittura noi – senza saperlo, altrimenti non ci saremmo mai permessi – l’avevamo anticipato di un paio d’ore. Due ore prima che Mattarella facesse questo appello, infatti, i capigruppo di Camera e Senato, Lollobrigida e Ciriani, sono usciti e hanno detto pubblicamente: Siamo pronti a collaborare. Il che non vuol dire votare a favore ma impedire la stagnazione parlamentare, perché non si può più porre la fiducia. Se l’opposizione si mettesse a fare ostruzionismo, potrebbe bloccare qualsiasi provvedimento, perché la fiducia non c’è e il Governo non la può porre per interrompere il dibattito. Con gli strumenti parlamentari potremmo bloccare l’Italia ma non abbiamo nessuna intenzione di farlo, anzi! Noi l’Italia la vogliamo liberare, vogliamo liberare le energie che servono in Italia, non abbiamo nessun interesse a bloccarla. Certo, la maggioranza non deve approfittare della nostra disponibilità con forzature. Siamo per il dialogo. Un primo passo avanti per tutti è stato lo stralcio dell’articolo 10 del Ddl Concorrenza, la vicenda dei taxi”.