Quattro anni dopo l’approvazione dell’Agenda 2030 da parte dei Paesi dell’Onu, è tempo di bilanci. È infatti in corso a New York (dal 9 al 18 luglio) la consueta analisi annuale nell’High level political forum (Hlpf) e il 24 e 25 settembre l’Assemblea generale dell’Onu farà il punto sui meccanismi di attuazione dell’Agenda 2030. Il dossier “Vertici internazionali: servono veramente ai poveri?” (.pdf) pubblicato oggi, Caritas Italiana fa il punto sulla situazione. Una visione dell’uomo realmente integrale ed evangelica va ovviamente al di là delle prospettive adottate nel quadro delle Nazioni Unite. Ma l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile rappresenta una importante convergenza della comunità internazionale, da incoraggiare e da sostenere.
È necessario affrontare con decisione i problemi di un pianeta dove la lotta alla povertà non progredisce certo alla velocità sperata, e dove la comunità globale non sembra aver ancora pienamente preso in conto la grande sfida del cambiamento climatico. L’Agenda 2030 e gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile affermano la necessità di una prospettiva unica e indivisibile per tutti i paesi del pianeta, dove gli obiettivi economici, sociali ed ambientali siano sempre perseguiti in modo sinergico, e dove ‘nessuno sia lasciato indietro’. Tuttavia è sempre più evidente che non c’è ancora da parte della comunità internazionale una iniziativa realmente decisa e convincente. Non basta individuare un singolo obiettivo o un target per contribuire a un mondo più sostenibile, occorre uno sguardo complessivo.
Come rendere l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile una opportunità per migliorare le condizioni di vita dei più poveri? Occorre affermare sempre il primato dei diritti umani, ed analizzare in profondità gli effetti delle politiche pubbliche che si manifestano sul piano locale e globale. Molti esempi, da quello relativo alla produzione di armi, alle politiche migratorie, a quelle legate alla produzione di cibo, segnalano tensioni e contraddizioni tra obiettivi, targets, principi, livelli di impatto delle politiche e rappresentano altrettanti casi in cui la necessità di difendere i diritti pone di fronte a scelte coerenti.
Ma se si vuole operare efficacemente, è necessario costruire un sistema in cui si interviene a monte, nella fase di costruzione delle politiche. Il dialogo è fondamentale, e deve essere costruito in modo efficace.
L’impegno sulla ‘tutela dei diritti’ non è facile, e spesso non produce risultati osservabili nell’immediato. È però fondamentale che le diverse realtà della società civile trovino il modo per lavorare insieme, nell’affrontare e trasformare i meccanismi strutturali che causano la povertà e gli squilibri che ci sono nel mondo.
Proprio per questo un gruppo di Caritas di diversi paesi, tra cui anche Caritas Italiana, ha elaborato il documento “Impegnarsi nell’Agenda 2030 nella prospettiva della Laudato si’” (.pdf) dove i temi dell’Agenda 2030 sono ripresi alla luce della Laudato si’ e della dottrina sociale della Chiesa, mettendo in evidenza i punti su cui è possibile costruire una convergenza. Con questo documento e con il Dossier pubblicato oggi vogliamo rivolgere un appello ai governi impegnati nel vertice di New York, perché affrontino una situazione preoccupante, e assumano decisioni in grado di servire veramente alla causa dei poveri e della giustizia globale.