“La legalizzazione della produzione, commercio e distribuzione dei derivati della cannabis sottrarrebbe ingenti quantità di denaro cash alle narcomafie, tali da metterne in crisi la stessa esistenza. E la legalizzazione cambierebbe letteralmente la vita a decine di migliaia di persone, risucchiate nel circuito repressivo”, lo affermano in una nota Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani e Giulio Manfredi, Associazione radicale Adelaide Aglietta. “Abbiamo letto le 422 pagine dalla Relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze, presentata lo scorso 30 giugno dalla ministra Dadone. Invitiamo tutti i parlamentari a farlo perché il documento è molto ricco di dati a 360 gradi sullo stato delle cose in tema di quantità di sostanze circolanti, quantità sequestrate, reati relativi, risposta dei servizi sanitari.
A noi, qui e ora, interessa fornire alcune cifre per smentire, ce ne fosse ancora bisogno, il luogo comune, ancora molto diffuso, del ‘non serve legalizzare la cannabis perché per le mafie è un mercato marginale’. Dalla Relazione si apprende che la spesa per consumo complessivo di sostanze proibite (cioè i soldi che sono finiti nelle tasche della criminalità organizzata) è stati pari a 16,2 miliardi di euro (dati 2018). di questi ben 6,3 miliardi di euro (39% del totale) derivano dal mercato nero dei cannabinoidi. Il mercato nero della cocaina ha fruttato alle narcomafie 5,1 miliardi di euro (32%); quello dell’eroina 3,1 miliardi di euro (19%).
E ancora: su 31.016 persone segnalate nel 2020 alle prefetture per possesso di piccole quantità di sostanze proibite (art. 75 del DPR 309/90), il 74% (23.000 persone) concernono la cannabis (cocaina: 19%; oppiacei 5,6%). Su 31.335 persone segnalate all’autorità giudiziaria nel 2020 per violazione della legge antidroga (art. 73 e 74 del DPR 309/90), ben 13.586 (il 43.4%) sono legate al traffico di cannabinoidi (cocaina: 41%; eroina: 9%; droghe sintetiche: 1,1%).
Invitiamo la ministra Dadone a non limitarsi alla pura e semplice consegna della Relazione alle Camere (pur apprezzando il suo rispetto dei termini di legge, per la prima volta dopo 10 anni e sei governi) ma di presentare il documento in un’apposita sessione parlamentare, magari a settembre. Sarebbe anche un’occasione preziosa per fare il punto sulla preparazione della sesta conferenza nazionale sulla droga, che l’Italia attende dal 2009 e che la ministra Dadone, nel suo intervento introduttivo della Relazione, ha confermato di volere tenere entro la fine dell’anno”, concludono.