Educare, curare, connettere: presentata a Catania la Fondazione Salute e Cultura

CATANIA – C’è stato un momento al Teatro Sangiorgi di Catania – in cui la luce del palco ha incontrato quella delle idee, delle emozioni e dei propositi concreti. In quell’istante, davanti a un pubblico partecipe e coinvolto, è nata la Fondazione Salute e Cultura. Non un semplice progetto, ma una visione che si fa impegno. Una promessa. Un nuovo inizio.

Promossa dal prof. Giuseppe Ettore, direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Arnas Garibaldi e ora presidente della neonata Fondazione, l’iniziativa nasce dalla volontà di rispondere con forza e creatività alle grandi sfide del nostro tempo: denatalità, disuguaglianze sociali, violenza su donne e bambini, crisi del mondo sanitario, dispersione scolastica, povertà. «Il conseguimento di un progetto inizia con la decisione di provare – ha ricordato Ettore, citando JFK e accendendo il cuore della platea – È questa la scintilla da cui tutto è partito: la decisione di non restare a guardare. Di agire con coraggio e con amore».

Due pilastri per un solo obiettivo: il bene comune. «Salute e cultura sono inscindibili per una società più giusta, più consapevole e più forte – ha affermato Ettore – La salute non è solo l’assenza di malattia, ma uno stato di equilibrio fisico, mentale e sociale. La cultura, invece, è crescita, evoluzione, prevenzione. La Fondazione si propone come uno strumento operativo e visionario allo stesso tempo, unendo formazione, informazione, comunicazione e arte. L’obiettivo è chiaro: portare la salute fuori dagli ospedali e trasformarla in un bene quotidiano, accessibile a tutti, nei luoghi della vita reale: scuole, teatri, piazze, comunità».

Un parterre d’eccezione, una missione condivisa. A sostenere questo sogno collettivo, ieri, c’era l’intera società civile: istituzioni civili e religiose, mondo sanitario, terzo settore. Con la conduzione del giornalista Salvo La Rosa, si sono alternati sul palco: Paolo La Greca (vicesindaco di Catania), Gaetano Galvagno (presidente ARS), Maria Carmela Librizzi (prefetto di Catania), Antonino Raspanti (vescovo di Acireale e presidente Cesi), Giuseppe Bellassai (questore di Catania), Giuseppe Giammanco (direttore Generale ARNAS Garibaldi) e Marco Biagianti (ex giocatore del Catania Calcio, oggi allenatore della Primavera rossazzurra).

«Le Fondazioni creano un ponte tra la gente e le istituzioni, così mons. Renna, arcivescovo di Catania – salute e cultura riguardano tutti noi, e rappresentano la giusta visione del mondo».

«Accettiamo la sfida perché sogniamo una città che non lasci indietro nessuno», ha detto La Greca. «Questa è una missione che ci riguarda tutti», ha ribadito Galvagno, sottolineando la stima per il prof. Ettore e l’urgenza del cambiamento. Sul palco anche Daniela Bianco (The European House Ambrosetti e responsabile Practice Health Care TEHA Group) e Francesco Ciancitto (Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati), che hanno tracciato un quadro lucido ma preoccupante del sistema sanitario italiano: eccellente negli ospedali, ma in forte ritardo sulla medicina territoriale. Con grande ispirazione, hanno condiviso esperienze e prospettive anche: Paolo Ferrara (Fondazione Terre des Hommes Italia), Massimo Scaccabarozzi (Fondazione Menarini), Emiliano Abramo (presidente Comunità di Sant’Egidio), Antonello Piraneo (direttore de “La Sicilia”), Alessandro Benedetti (Fondazione Meyer Firenze).

«Chi può fare, faccia – ha incalzato Piraneo – Un giornale del territorio ha il ruolo di essere cerniera tra le tante anime che innervano una città grande come Catania», evidenziando come la cultura possa contrastare fenomeni devastanti come la dispersione scolastica. «È una chiamata alla responsabilità collettiva», ha aggiunto Abramo. Il cuore pulsante della Fondazione (che prende il via con 21 soci) saranno le iniziative concrete: educazione sanitaria nelle scuole e comunità, piattaforme digitali per informare i cittadini, workshop e incontri pubblici, formazione umanistica per il personale medico, collaborazioni con aziende e istituzioni. «Un cittadino informato è un cittadino più sano – ha ricordato Ettore – e la cultura è prevenzione: è un bambino che sa mangiare sano, un anziano che capisce i servizi digitali, un paziente che comprende la sua cura».

Durante la serata è stata proiettata una presentazione emozionale, seguita dal concerto del Maestro Fabio Raciti e della sua orchestra. La musica ha amplificato il senso profondo dell’iniziativa: la bellezza come strumento di cambiamento, la cultura come terapia collettiva. Il presidente Ettore ha chiuso con un invito che è anche un appello al cuore: «Non inauguriamo solo una Fondazione. Inauguriamo una promessa. Partecipate, proponete, diventate protagonisti di questa trasformazione. Perché solo insieme possiamo costruire un futuro più sano, più giusto, più umano».