Continua, in tutti i settori, l’impegno dei Carabinieri del NAS, in prima linea per contrastare i contagi da COVID-19.
In tale ambito, i militari del NAS di Milano hanno sequestrato 29.020 mascherine non conformi in quanto prive delle informazioni in lingua italiana, mentre quello di Catania ha deferito in stato di libertà una persona per frode in pubblica fornitura e falsità ideologica in certificazione di qualità. I Carabinieri del Nucleo siculo, infatti, sviluppando alcuni spunti info-investigativi, hanno scoperto che il titolare di una ditta di dispositivi medici aveva fornito ad un ospedale dei guanti monouso non idonei all’impiego in ambiente sanitario. L’illecito, oggetto di contestazione in quanto non conforme con il previsto dal bando di gara, ha portato al sequestro di 440.000 guanti in nitrile e, successivamente, al vincolo di ulteriori 3.600 mascherine monouso, in possesso di una certificazione falsificata per permetterne la commercializzazione sul territorio comunitario.
Sempre il NAS di Catania, nel corso di alcuni accertamenti esperiti presso un istituto comprensivo statale e finalizzati a verificare l’afflusso scolastico nel rispetto alla normativa anti-Covid, ha constatato l’attivazione di due aule all’interno di due strutture prefabbricate prive di collaudo statico e in mancanza dei requisiti igienico-sanitari. In tale contesto, alla presenza del personale medico e tecnico del Dipartimento di Prevenzione dell’ASP, è stata disposta l’immediata interdizione all’accesso nelle strutture oggetto dell’illecito. Il Dirigente scolastico è stato segnalato alle competenti Autorità amministrative.
Il Responsabile del settore Affari Generali di un comune sito in provincia di Lecce, a seguito di una segnalazione da parte del NAS, ha disposto la sospensione di una struttura ricettiva per anziani. Il provvedimento scaturisce da una verifica ispettiva effettuata nell’ambito della strategia di contrasto al COVID-19, nel corso della quale i militari avevano rilevato che il plesso, oltre ad essere oggetto di gravi carenze igieniche, ospitava un numero di persone superiore a quanto consentito.
Il valore della struttura ammonta a circa un milione di euro.