Belluno. Un cittadino tunisino (B.A.S. di 50 anni) pluripregiudicato senza fissa dimora, da pochi giorni uscito dal carcere di Baldenich, si è reso responsabile presso un’abitazione di Belluno del furto di un’autovettura e 2 biciclette elettriche. L’uomo verso le 17, avendo notato la proprietaria di un’abitazione allontanarsi ed approfittando del garage rimasto aperto, dopo aver caricato 2 biciclette, del valore di circa 5500 €, presenti nel garage dov’era parcheggiata l’autovettura, si allontanava a bordo della stessa.
Poco dopo l’inquilina, rientrata a casa, accorgendosi della mancanza della sua auto nel garage dava immediatamente l’allarme al numero di emergenza 113 fornendo la descrizione di un soggetto straniero che le aveva dato sospetto al momento dell’uscita da casa. Gli operatori della sala operativa della Questura, dopo aver diramato la notizia alle pattuglie sul territorio, attivavano il sistema di lettura targhe presente sul territorio del Comune avendo subito riscontro del passaggio dell’auto rubata in via Vittorio Veneto con direzione Ponte nelle Alpi.
Un equipaggio delle Volanti, prontamente indirizzato dalla Sala Operativa su quella direttrice, aveva modo di intercettare il veicolo rubato con le 2 biciclette goffamente sistemate a bordo, fermo nei pressi di un esercizio commerciale a circa 2 km dal luogo del furto; all’esterno dell’auto si trovava un uomo corrispondente alla descrizione fornita dalla vittima nella chiamata al 113. Al soggetto, costretto a fermarsi per cercare del denaro per provvedere al rifornimento del veicolo, non è restato nulla da fare che costituirsi agli agenti della Questura. Il cittadino tunisino veniva riconosciuto quale autore materiale del furto grazie alla visione del sistema di videosorveglianza presente all’esterno della casa della vittima consentendo così al personale delle Volanti di procedere all’arresto in flagranza di reato per furto in abitazione.
Il ladro veniva inoltre trovato in possesso di un palmare in uso ai dipendenti del corriere espresso SDA del quale non era in grado di giustificarne il possesso sul quale verranno effettuati i dovuti accertamenti per capirne la provenienza. Accompagnato prima in Questura per gli atti di rito l’uomo successivamente veniva recluso nuovamente presso la casa circondariale di Belluno.