Si è parlato marginalmente del voto del Parlamento europeo sul Patto di Stabilità (1). Crediamo che sia l’argomento economico di verifica di quanto i partiti presenti nel nostro Parlamento (governo e opposizione) abbiano intenzione di affrontare, con impegno europeista, nella prossima legislatura che nascerà dal voto dell 8-9 giugno per il rinnovo dei deputati a Strasburgo.
Il voto degli eurodeputati uscenti è stato tragico, tutti contrari o astenuti tranne tre deputati. La tangibile espressione di voler far parte dell’Ue come attori passivi e sanguisughe. I voti contrari italiani (M5s, un Pd, uno di Azione e Verdi) su un totale di 166 contrari, sommati ai tanti astenuti italiani (44 di FdI, Pd, Iv, Azione, Fi) su un totale di 61 astenuti, non sono stati sufficienti a scalfire la maggioranza di 359 (2).
Ci preme rilevare che gli italiani (contrari e astenuti) hanno votato come (voto contrario) il partito ungherese Fidesz che, minoranza a Strasburgo, ha il potere assoluto nel suo Paese. E’ il partito di Viktor Orban grazie al quale l’Ungheria è stata condannata dal Pe per assenza di Stato di diritto (3). Ungheria che si distingue per contrastare gli aiuti Ue contro l’invasione russa dell’Ucraina, Paese per eccellenza per prendere molto e poco dare all’Unione, e che perora una transizione verso una Unione delle Nazioni piuttosto che degli Stati Uniti d’Europa (4).
Dopo le tante ubriacature a parole di europeismo, siamo al dunque. I partiti italiani – governo e diversi dell’opposizione – non hanno dato consenso al Patto di Stabilità (a differenza di come qualche mese prima aveva fatto il governo italiano -1) per il timore di dover spiegare ai propri elettori dell’8-9 giugno che l’Europa non è solo una sorta di magna-magna (Pnrr) simile al magna-magna nazionale basato su sforamenti di bilancio, avendoci fatto raggiungere il primo posto Ue in materia. Sembra proprio che le loro intenzioni non siano quelle di un’Europa a cui partecipare con responsabilità e cognizione di causa/effetto, dove si prende quanto si dà e si rispettano gli impegni per prendere.
Oggi, col non-voto al Patto di Stabilità l’Italia ha dimostrato di essere al pari dell’Ungheria, il Paese sfascista per eccellenza non solo in termini di economia, ma anche di diritto e politica estera. Per il momento siamo simili all’Ungheria per l’economia, ma non ci stupiremmo che fra non molto lo si possa essere anche in altri ambiti… del resto, uno dei maggiori partiti di governo (Lega) e parte delle opposizioni, non stanno giocando a favore dell’Ucraina contro l’invasione russa e di Israele contro i terroristi di Hamas.
Questa situazione di ambiguità mista a partigianeria nazionalista, ci porta ad un’economia tutt’altro che amica dei cittadini e dei consumatori. Questi ultimi, in particolare, possono godere di attenzione e diritti solo in un mercato libero che non trascuri il sociale. Che è il contrario di quanto (nei fatti… ché a parole son tutti bravi) i partiti italiani di governo nazionale e di parte dell’opposizione stanno cercando di consolidare.
Ma come, direbbe qualcuno, non mi sembra che i precedenti e l’attuale governo siano così sbilanciati in questo senso…. lasciando da parte la sanità pubblica (ché meriterebbe un capitolo proprio) è credibile una politica dei diritti economici (quelli individuali, l’attuale governo, sta solo operando per limitare le conquiste fatte in passato) che si basa sull’aumento del debito pubblico… cioè precarietà scaricata sulle prossime generazioni?
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
1- https://www.aduc.it/editoriale/europa+dei+cittadini+dei+consumatori+italia+non_37486.php
2 – https://www.aduc.it/generale/files/file/newsletter/2024/aprile/PV-9-2024-04-23-RCV_IT%20(4).pdf
4 – che, in Italia, a parte lo specifico raggruppamento con questa dizione nel simbolo, sono in diversi (Forza Italia e Pd in particolare) a fregiarsene senza specificare quali siano passaggi e azioni per arrivarci.