Mentre il Portogallo approva eutanasia e suicidio assistito per i malati terminali e la Corte Costituzionale tedesca depenalizza il suicidio assistito per i non terminali, il Parlamento italiano in questo contesto si distingue per immobilismo e ipocrisia, rifiutando persino di discuterne.
Eppure il Paese è pronto: la stragrande maggioranza dei cittadini è con noi, perché vuole una legge che apra la possibilità di scelta sul fine vita, sull’eutanasia e sul suicidio assistito. Le azioni di disobbedienza civile di Marco Cappato e Mina Welby e i processi conseguenti hanno imposto un dibattito che ha inondato le case degli italiani, ma non il Parlamento, un paradosso inaccettabile. Chiediamo che i capigruppo e i presidenti delle Camere si facciano parte attiva per consentire all’Italia di conquistare questo nuovo orizzonte di libertà. La scelta di proseguire a vivere o di morire, di fronte a sofferenze terribili, non è dello Stato o della Chiesa, ma di ciascuno di noi, dichiarano Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, Segretario, Tesoriera e Presidente di Radicali Italiani.