Parlare di ritorno alla normalità per il turismo in Italia sembra ancora presto, vistqa la perdurante assenza dei turisti stranieri e le difficoltà incontrate quest’estate da molti viaggiatori soprattutto negli aeroporti tra controlli e file interminabili che ha spinto tanti italiani a rinunciare ai viaggi e rimanere in Italia in montagna o al mare.
Nei primi sette mesi dell’anno l’osservatorio di Federalberghi ha registrato un calo delle presenze del 50,7% rispetto al corrispondente periodo del 2019 (-28,4% per gli italiani e -71,0% per gli stranieri). Certamente però i dati di sul movimento “vacanziero” di settembre indicano che un cambiamento di rotta si comincia a intravedere. Quasi 5 milioni di italiani sfrutteranno il mese di settembre per passare almeno una notte fuori casa e godersi quel che resta della stagione estiva. Il soggiorno medio sarà di 6 notti. “Questo dato ci conforta – ha sottolineato Federalberghi – perché significa che gli italiani si stanno riprendendo i propri spazi allungando la stagione turistica sul proprio calendario. In passato questo sarebbe stato un elemento di assoluto rilievo per noi che puntiamo a destagionalizzare i flussi turistici, ma a causa della pandemia oggi la priorità è la sopravvivenza delle imprese e dei posti di lavoro“. Se è vero che la stagione estiva è stata salvata grazie agli italiani che hanno scelto per la propria vacanza le località all’aria aperta dello stivale (mare, montagna, lago e terme), i turisti stranieri, coloro che solitamente affollano le città d’arte, sono ancora lontani. “Ci considereremo fortunati se a settembre riusciremo ad eguagliare il risultato dell’anno scorso: 8 milioni di turisti tra italiani e stranieri. Se pensiamo che la stessa cifra a settembre 2019 (anno record da un punto di vista turistico) è stata raggiunta solo dagli stranieri, ci rendiamo conto di quanto sia grave la situazione“.