Il presidente Bocca fa il punto sull’andamento del turismo estivo: per le città d’arte perdite di fatturato intorno al 70-80%. Negli alberghi al mare intorno al 30-40%. “Aspettiamo di capire dove finiranno i soldi del Recovery Found”.
“Il governo ha fatto alcuni interventi, ma a mio giudizio non sono sufficienti”. Lo dice il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, che traccia le linee della stagione turistica estiva, dopo aver superato abbondantemente il giro di boa ferragostano. “Il grosso- spiega Bernabò Bocca- è stato fatto sul bonus vacanze che ancora non sappiamo quanto verrà utilizzato e comunque stiamo parlando di un utilizzo fatto per alberghi in località di villeggiatura al mare o in montagna, ma non nelle città d’arte. Bisognava invece pensare ad un intervento a favore di tutte le strutture, anche quelle che sono rimaste chiuse”.
“Per quanto riguarda le stime sulle perdite di fatturato, nelle città d’arte siamo intorno al 70-80% di calo ad oggi. Negli alberghi al mare invece intorno al 30-40%”. Questo perché di solito, spiega Bocca, “la stagione al mare inizia a Pasqua. Quest’anno siamo rimasti chiusi fino a giugno, abbiamo cominciato a luglio e sono saltate date importanti come appunto Pasqua, primo maggio e 2 giugno. Poi è ovvio che se si va a vedere soltanto agosto, la perdita è inferiore. Il tema è capire bene come andrà a settembre, dove rischiamo di farci male di nuovo”.
Per il presidente di Federalberghi “queste continue paginate sui giornali italiani di focolai, che vengono puntualmente riprese dai media stranieri, di certo non ci aiutano in questa partita: stiamo dando in giro per il mondo l’immagine di un Paese contagiato, cosa che non è assolutamente vera. Non è possibile aprire i quotidiani italiani e vedere che nelle prime sette pagine si parla solo di questo. In questo periodo bisogna gestire bene la comunicazione, altrimenti si dà nel mondo un’immagine di un Paese contagiato e contagioso”.
Per Bocca “oggi stiamo vedendo un film a seconda della località della quale parliamo e gli alberghi delle città d’arte non hanno avuto nessun beneficio né dal bonus vacanze né dalla ripresa del mercato italiano che comunque, va detto, ha reagito bene. E’ ovvio che rilanciare oggi la domanda è impossibile, nessuno ha la bacchetta magica, però mentre all’inizio il governo ha fatto bene ad aiutare tutti, ora bisogna capire chi si è risollevato e chi è rimasto indietro e concentrare gli sforzi in settori come il nostro, che sono rimasti indietro e che rimarranno indietro anche nei prossimi mesi”.
Secondo Bocca, invece, “purtroppo vediamo ancora interventi a pioggia e questo non va bene, perché se uno Stato ha soldi illimitati aiuta chiunque, altrimenti li deve concentrare dove c’è più bisogno, invece continuiamo a vedere provvedimenti nei quali si utilizza la solita logica dei soldi a pioggia”. Ma quali sono le richieste di Federalberghi al governo per invertire la rotta? “Noi- sottolinea Bocca- avevamo chiesto ad esempio di poter allargare l’ecobonus per le ristrutturazioni anche al settore alberghiero, molti ne avrebbero approfittato in questo periodo dove molte strutture sono ancora chiuse, invece ci siamo trovati con un tax credit con un massimale da 200 mila euro che nel nostro settore sono poca cosa e ci puoi fare davvero poco”.
Il presidente di Federalberghi ha osservato che “anche il decreto liquidità, che consente finanziamenti a 6 anni, nel nostro settore non è sufficiente. Chi lavora nel nostro campo deve avere finanziamenti almeno a 15 anni. Il tema è vedere cosa succederà con il Recovery fund, noi al momento non siamo ancora stati chiamati dal governo per questa partita e bisognerà capire dove
andranno a finire questi soldi”.
Bocca ha poi osservato che l’apertura posticipata delle scuole avrebbe potuto essere un aiuto in più per il turismo: “”Noi seravamo in un’apertura più tardi delle scuole: avremmo potuto guadagnare una settimana di prenotazioni, invece si è preferito aprirle il 14 per poi richiuderle subito dopo per le elezioni”.