Fiducia: famiglie e imprese continuano a rimanere nell’incertezza, mentre il fantasma degli aumenti IVA affonda il commercio. Così Confesercenti commenta i dati diramati dall’Istituto di statistica.
Dal lato delle famiglie emerge un segnale di miglioramento, un lieve aumento che però non basta a recuperare quanto perso rispetto a settembre 2018 (-3,7 punti). Inoltre l’indice dei consumatori continua a registrare dinamiche che cambiano di segno quasi ogni mese: incide una certa difficoltà ad interpretare i segnali che provengono dall’economia, dalla propria situazione familiare e dal contesto più generale.
Ma è dalle imprese che arrivano gli avvisi più preoccupanti. L’indice complessivo segna una contrazione di 5 punti rispetto allo scorso anno, anche se il dato medio nasconde forti differenziazioni. La manifattura tocca i livelli minimi degli ultimi 5 anni, mentre l’indice di fiducia delle imprese del commercio al dettaglio affonda in un solo mese di 2,3 punti: a pesare è l’ombra degli aumenti IVA, previsti dalle clausole di salvaguardia e la poca chiarezza del governo al riguardo. Segnali negativi anche dal turismo, che registra un crollo di 8 punti che si aggiunge al -3 di agosto.
Le condizioni di fiducia delle famiglie e delle imprese italiane restano dunque fragili: serve una manovra di bilancio che sappia ricostruire un ambiente favorevole alla ripresa. Un obiettivo che può esser raggiunto a costo zero avviando un serio e credibile programma di semplificazione e riduzione degli oneri burocratici.
Al contrario, non giova al recupero della fiducia e dell’economia il continuo dibattito sugli aumenti di prelievo fiscale, dalla tassa sulle merendine ai ritocchi verso l’alto di aliquote IVA e accise. Lunedì si riunirà il Consiglio dei ministri per l’approvazione della Nota di aggiornamento al Def. Ci attendiamo scelte chiare nell’unica direzione possibile: l’alleggerimento della pressione burocratica e fiscale che schiaccia famiglie e imprese.