
Tutte le sfumature della primavera in Slovenia, accostati al principe dei colori: il verde, che ricopre buona parte del Paese e ben si combina con tutte le tonalità di una ricchissima palette d’autore.
Come una collana di fiori al collo, addosso alla Slovenia la primavera sta sempre bene.
È sinonimo di festa, della voglia di leggerezza dopo i lunghi mesi d’inverno. Del resto, l’abito verde scoperto dallo sciogliersi della neve e dal dissolversi del grigio invernale mostra coccarde floreali di tutti i colori, diversi da regione in regione. Le fioriture sono un elemento che immortala il senso della varietà di un Paese che, nonostante sia più piccolo della Lombardia, si distende dal Mediterraneo alle Alpi, dalle colline del Carso alle piane pannoniche, dove il verde propone ogni volta abbinamenti diversi.
Allo stesso modo, variegati sono anche i modi di viverlo, questo verde sloveno, con le attività più disparate: c’è chi, sognando le epocali scalate di Pogačar e Roglič (di nuovo alla partenza, dopo il successo del 2023, del Giro d’Italia, ndr), imbraccia con risultati più o meno discutibili il manubrio di una bici, muscolare o elettrica che sia, e si lascia guidare dal dolce ondeggiare delle strade slovene. C’è chi, di sella, preferisce quella equina, regalandosi un’esperienza tra i cavalli lipizzani, già noti e amati dalla casa imperiale asburgica. C’è, invece, chi preferisce accomodarsi direttamente sulla sedia di legno di una locanda tradizionale slovena, una gostlina, per gustare una cucina più verace o più ricercata, nel caso di uno dei 63 ristoranti inclusi nella Guida Michelin Slovenia; ma anche chi seduto, proprio, non ci riesce a stare, gli infaticabili camminatori di campagne e città (anche i city-break, intramontabili evergreen di questa stagione), le cui serate cominciano a popolarsi di eventi all’aperto, di mese in mese.
Abbiamo deciso di raccontarvela per colori, questa primavera slovena, abbinando al verde delle singole destinazioni un altro colore, che ne rivela l’animo in questa stagione.
Verde-Oro: 200 anni di birra Laško
Entra nel suo terzo secolo di attività il più antico birrificio sloveno: Laško, una birra talmente famosa che non tutti, fuori dalla Slovenia, sanno che il suo nome è anche quello della deliziosa cittadina, 13.000 anime a Nord-est di Lubiana, in cui viene prodotta. La casa produttrice della celebre Zlatorog (corno d’oro) celebra quindi il suo duecentesimo compleanno, che coincide quest’anno con la 60°esima edizione del Festival della Birra e dei fiori (11-13 luglio 2025), che trasformerà la città in una festa vibrante tra fiori, musica, buon cibo e, naturalmente, l’ottimo nettare dorato della birra Laško.
I più attenti al panorama benessere, invece, associano la località anche a un importante centro termale, quel Thermana Laško che propone, tra gli altri, e neanche a dirlo, bagni e massaggi alla birra, che utilizzano olio nutriente con l’aggiunta di luppolo, preparato con gli stessi ingredienti con cui si produce la Laško.
Poco lontana, la località di Žalec non è da meno: è diventata famosa, negli ultimi anni, per una fontana molto particolare, alla quale è possibile dissetarsi, invece che con l’acqua corrente, proprio con la birra.
Sconsigliato rimettersi alla guida subito dopo!
Verde – turchese/rosso: un lago intermittente nel Carso
Proverbialmente, alla regione del Carso sloveno è associato il colore rosso: rosso come la sua terra friabile e bucherellata, rosso come i suoi Refosco e i suoi Teran che qui attecchiscono meglio che altrove, rosso come i tagli di crudo di Stanjel (San Daniele, proprio come il famoso prosciutto friulano!). Meno automatica, invece l’associazione con il turchese: forse è perché il turchese, qui, nei periodi più secchi dell’anno non c’è affatto. Il turchese del lago di Cerknica, uno dei più grandi laghi intermittenti d’Europa, che scompare ogni anno proprio a causa della natura carsica del terreno su cui poggia il suo bacino idrico. Se d’inverno, spesso, ci si può pattinare e in primavera invece è possibile attraversarlo in barca, nella stagione estiva, specie nel periodo in cui a tornare dominante è il rosso della terra, è possibile scrutarne ogni centimetro a piedi, tra fiori di tutti i colori, dal momento che l’acqua scompare del tutto. In questo misterioso luogo, infatti, hanno trovato il loro habitat molte specie animali ed è anche un vero paradiso per gli amanti della flora.
Verde – bianco/viola: la fioritura dello zafferano e il formaggio degli innamorati a Velika Planina
Nota stazione sciistica d’inverno a nord-est della città di Kamnik, con lo scioglimento delle nevi a primavera inoltrata, Velika Planina acquisisce un fascino tutto nuovo: per due settimane l’anno questa località, il cui nome significa il grande pascolo, si ricopre di un manto viola in occasione dell’annuale fioritura dello zafferano, qui endemico, che intervalla la netta dominanza del verde mentre in alto le creste prealpine sono ancora tinte di bianco. Ad arricchire ulteriormente la palette, l’abete rosso di cui sono fatti i particolarissimi tetti a spiovente del villaggio di pastori, uno dei più grandi d’Europa. Una curiosità, romantica e gustosa, su questa comunità, è la storia del formaggio Trnič, prodotto in forma di pera panciuta e a base di ricotta, panna e sale. Secondo la tradizione, infatti, i malgari preparavano una coppia di caci e lo donavano alle ragazze di cui erano innamorati in occasione dell’autunnale discesa dall’alpeggio. Il giovanotto ne teneva uno, donando l’altro alla ragazza prescelta, che poteva custodirlo anche per diversi anni.
Se la ragazza accettava il dono, con ciò accettava anche la corte del pastore.
Ogni anno, il 29 luglio, si celebra proprio qui a Velika Planina una festa in onore del Trnič.
Verde – giallo/ambrato: la cultura del miele nel Paese delle api
Le api sono da sempre una parte fondamentale della cultura e del modo di vivere degli sloveni: la piccola Repubblica è lo Stato al mondo con il più alto numero di apicoltori pro-capite. La Slovenia è anche il primo paese in cui l’apicoltura è diventata una vera e propria disciplina, grazie al personaggio di Anton Janša, il primo insegnante di apicoltura alla Corte di Vienna ai tempi dell’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo.
Janša è stato un personaggio talmente influente in questo ambito che il suo compleanno, il 20 maggio, è celebrato in tutto il mondo come la Giornata Mondiale dell’Apicoltura.
Trattandosi di una pratica diffusa in tutto il Paese, il giallo/ambrato del miele è un colore che si trova un po’ dappertutto. A Radovljca, tuttavia, esiste un luogo molto particolare: un Museo dell’apicoltura, dove da maggio a ottobre è possibile visitare, per grandi e piccini un vero alveare da osservazione con api vive.
Come naturale conseguenza di tutto questo, dal 2022 “L’apicoltura in Slovenia, uno stile di vita” è stata inserita nella lista UNESCO del patrimonio culturale immateriale.