Francoforte 2024: preoccupazione per la tenuta del mercato editoriale a causa dell’aumento dei costi della carta e dell’inflazione

L’editoria italiana si presenta alla Buchmesse di Francoforte consolidando la sua posizione di prima industria culturale italiana con una crescente proiezione all’estero che potrà ora rafforzarsi ancora grazie all’occasione del 2024, quando il Paese sarà ospite d’onore alla Fiera Internazionale del Libro.

Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) e commissario straordinario del Governo per l’Italia ospite d’onore alla Buchmesse, ha spiegato che “il 2024 dovrà essere per l’Italia un’Expo della cultura e della creatività che permetta al Paese di farsi conoscere ancora meglio in tutto il mondo, non solo in Germania. Siamo già al lavoro: metteremo il libro italiano al centro, ma è un evento che dovrà riguarda non solo l’editoria, bensì tutta l’industria culturale. I numeri che presentiamo oggi testimoniano la solidità dell’industria editoriale italiana, ma non possiamo nemmeno nascondere che il continuo aumento dei costi della carta e il peso dell’inflazione sui consumatori ci fanno guardare all’immediato futuro con preoccupazione”.

 

Il padiglione italiano è stato inaugurato dall’Ambasciatore d’Italia a Berlino, Armando Varricchio, che ha sottolineato “il valore speciale degli scambi culturali italo-tedeschi, fondamento della relazione ampia e speciale che lega i due Paesi”. “I Tedeschi ricercano con curiosità i prodotti della nostra scrittura”, ha proseguito l’Ambasciatore, “alla cui promozione si sono dedicati anche quest’anno, in diversi appuntamenti organizzati in città nei giorni della Fiera, l’Istituto di Cultura di Colonia e quello di Berlino. Visitano con costanza e passione il nostro Paese, ne apprezzano la qualità della vita, la bellezza e la creatività – tutte qualità richiamate e promosse nel nostro padiglione”.

Roberto Luongo, direttore generale di ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, presente con il presidente Carlo Ferro, ha commentato: “Per questa edizione della Buchmesse, l’Agenzia ICE organizza, in collaborazione con AIE, una qualificata partecipazione collettiva di 76 editori, oltre il doppio rispetto allo scorso anno, e delegazioni delle Regioni Lazio, Veneto. L’ICE continua, quindi, il suo impegno al fianco dell’AIE, per promuovere l’editoria delle piccole e medie case editrici sui mercati internazionali, in vista e in preparazione della partecipazione del nostro Paese come ospite d’onore all’edizione 2024 di Buchmesse”.

Paola Passarelli, direttore generale Biblioteche e diritto d’autore del Ministero della Cultura – ha dichiarato “in questa sede, come rappresentante del MiC, assicuro che le migliori energie dell’Amministrazione sono concentrate – in sinergia con gli altri partner del Comitato coordinato dal Commissario Levi – nell’organizzazione dell’appuntamento che vedrà il nostro Paese protagonista. Tra i diversi aspetti, la Buchmesse del 2024 sarà l’occasione per dare una rappresentazione tangibile del nostro variegato e complesso tessuto culturale. Il padiglione italiano sarà non solo una vetrina che si aprirà allo sguardo degli altri Paesi partecipanti ma, con i suoi appuntamenti, anche un prezioso momento di riflessione e presa di consapevolezza per noi, su quanto – in positivo – fa dell’Italia l’Italia”.

Simona Battiloro, capo dell’ufficio IV Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari Esteri ha ricordato che “la Farnesina sostiene l’internazionalizzazione dell’editoria italiana attraverso un programma di incentivi alla traduzione, sotto-titolatura e doppiaggio di opere italiane che, nell’ultimo triennio, ha visto più che triplicarsi la sua dotazione. La Germania è un Paese di riferimento per le traduzioni dall’italiano e uno dei mercati di punta per la vendita dei diritti. Le traduzioni verso il tedesco rappresenteranno pertanto un punto centrale del ruolo dell’Italia ospite d’onore a Francoforte nel 2024. L’investimento MAECI sulle traduzioni verso il tedesco ha consentito, fra il 2020 e il 2022, il sostegno alla traduzione e sotto-titolatura di circa 80 opere”.

 

I numeri del 2022. I dati disponibili sull’anno in corso e riferiti al solo mercato trade (saggi e romanzi venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione) indicano una sostanziale tenuta delle vendite nei primi nove mesi del 2022: sono stati venduti libri per 1,022 miliardi, in calo dell’1,9% rispetto al 2021 ma comunque in crescita del 14,4% rispetto al 2019. Le copie vendute sono state 70,905 milioni, in calo dell’1,7% sul 2021 ma in crescita del 16,0% sul 2019. La forbice rispetto al 2021 si sta riducendo nelle ultime settimane, ma contemporaneamente si assottigliano i margini degli editori a causa dell’aumento dei costi di produzione e della carta in particolare. Per questo c’è una particolare preoccupazione per l’ultimo trimestre dell’anno e per il periodo natalizio, sempre decisivi per determinare il risultato complessivo dell’annata.

Il Rapporto sullo stato dell’editoria – Durante l’inaugurazione dello Spazio Italia, stand collettivo italiano organizzato da ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane in collaborazione con AIE, è stato inoltre presentato il Rapporto sullo stato dell’editoria (sintesi in allegato), che fotografa il mercato 2021 nel suo complesso (non solo il settore trade). L’editoria del post pandemia non solo ha retto l’onda d’urto, ma ha segnato lo scorso anno una forte crescita in tutti i settori con vendite complessive pari a 3,429 miliardi di euro (+10,7%). Si conferma così prima industria culturale del Paese, quarta industria editoriale europea dietro solo a Germania, Regno Unito e Francia. I dati comprendono, oltre il mercato trade (libri a stampa di fiction e non fiction venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione), il comparto educativo, il professionale (libri, e-book, banche dati e servizi Internet), l’export di libri.

Il mercato trade nel 2021 valeva 1,701 miliardi, in crescita del 16% rispetto l’anno precedente. Il comparto educativo (solo libri scolastici di adozione) 780,1 milioni di euro, in crescita del 5,1%. Banche e dati e servizi Internet hanno segnato un giro d’affari pari a 335 milioni euro, in crescita del 6,1%.

Sul lato della produzione, il boom dell’e-commerce ha spinto gli editori a valorizzare ancora di più la propria offerta puntando soprattutto sul catalogo. I titoli in commercio, autopubblicati esclusi, sono stati nel 2021 1,331 milioni, in crescita del 5,3% rispetto l’anno precedente.

Il nostro Paese, infine, investe ogni anno oltre un milione di euro in contributi per le traduzioni e negli ultimi vent’anni la forbice tra diritti comprati e venduti all’estero si è ridotta: nel 2020, ultimi dati disponibili, sono stati venduti 8.586 titoli e comprati 9.127 titoli.