Frodi bancarie, tre correntisti recuperano oltre 30mila euro con Confconsumatori

Prosegue con successo l’attività di Confconsumatori contro le frodi bancarie, in questo caso con gli sportelli di Massa-Carrara e Forte dei Marmi. Con due recenti determine del Collegio arbitrale di Bologna e una del Collegio arbitrale di Milano, infatti, tre associati sono riusciti a recuperare il denaro che era stato loro sottratto dal conto corrente e da un bancomat con operazioni fraudolente, per una somma complessiva di oltre 30mila euro.

IL CASO – I risparmiatori erano stati ingannati tramite il sistema del “phishing”, una truffa digitale che mira a carpire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso fingendosi interlocutori affidabili, dapprima inviando un “messaggio civetta” all’interno della chat utilizzata abitualmente dall’istituto bancario, seguita poi dalla telefonata di un sedicente operatore che mette in pratica la truffa vera e propria.

LA TUTELA – Dopo l’esito negativo dei reclami rivolti a Poste italiane e a un istituto bancario, l’avvocato Francesca Galloni – responsabile dei due sportelli di Confconsumatori – ha attivato le procedure stragiudiziali dinanzi all’Arbitro bancario e Finanziario e in tutti e tre i casi l’Abf ha riconosciuto la fondatezza dei ricorsi e condannato Poste e la banca a restituire il denaro: in un caso la somma di 15.650 euro, nell’altro di 4mila e nel terzo di 11mila euro.

«Queste pronunce sono importantissime – commenta l’avvocato Francesca Galloni –, in quanto in tutti e tre i casi l’Arbitro ha applicato la normativa vigente in materia, il d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 11, modificato con il recepimento della direttiva UE 2015/2366 che prevede disposizioni con l’obiettivo dichiarato di tutelare l’utente, facendo carico all’intermediario del rischio di utilizzazione fraudolenta degli strumenti di pagamento. In particolare nei tre casi l’Arbitro ha applicato l’orientamento prevalente, secondo il quale nel caso in cui l’intermediario non abbia assolto all’onere probatorio sull’autenticazione, sia nella fase di autorizzazione dell’operazione che riguardo ad eventuali passaggi precedenti ritenuti rilevanti ai fini della sicurezza, il ricorso deve essere accolto. La mancanza anche parziale della prova di autenticazione è risolutiva rispetto alla valutazione di eventuali profili di colpa, anche gravi, ascrivibili al cliente. Questo è un altro grande risultato per Confconsumatori – conclude l’avvocato Galloni – e rappresenta un importante precedente per la tutela dei consumatori contro le frodi informatiche. In ogni caso, per chi si ritrova vittima di truffe online, l’invito è quello di presentare reclamo e di proseguire nell’esercizio dei propri diritti anche di fronte a risposte negative dei vari istituti bancari».

Per informazioni e assistenza è possibile rivolgersi agli sportelli locali di Confconsumatori (contatti: www.confconsumatori.it/gli-sportelli-di-confconsumatori) o scrivere allo Sportello online dell’associazione: (www.confconsumatori.it/spiegaci-il-tuo-problema/).