Palermo – Identificati e arrestati i componenti di un gruppo criminale specializzato nel riciclaggio di auto rubate ed estorsioni con la tecnica del “cavallo di ritorno” utilizzata per ottenere un riscatto di un bene sottratto.
Venti persone sono finite nel mirino dei poliziotti del commissariato Brancaccio di Palermo che, al termine di un’indagine, hanno scoperto un vasto giro di affari del gruppo attraverso il riciclaggio di auto rubate.
Con la complicità di un impiegato della Motorizzazione civile gli indagati ottenevano falsi collaudi su auto a cui venivano alterati i dati dei telai per poi essere “commercializzate”. Gli investigatori hanno accertato che gli indagati riuscivano a far cambiare la destinazione d’uso da “autocarro” ad “autovettura”.
Oltre al riciclaggio, gli indagati si occupavano anche di estorsioni ai danni dei proprietari di auto rubate, chiedendo somme di denaro per la loro restituzione. In un caso, la vittima è stata costretta a pagare 500 euro per riavere la sua Fiat 500.
Le indagini sono partite a giugno 2022 dopo il furto di una Fiat Panda e grazie al rilevamento dell’impronta digitale di uno degli indagati, già noto alle Forze dell’ordine per gli stessi reati, gli investigatori sono riusciti a ricostruire le attività criminali della banda a cui sono attribuite 14 estorsioni, 22 i casi di riciclaggio e 8 i furti di autovetture.