GAZA, UN MESE SENZA AIUTI. ActionAid denuncia il blocco totale degli aiuti e lancia l’allarme

Dopo un mese senza alcuna fornitura umanitaria a Gaza, ActionAid chiede ai governi di tutto il mondo di agire immediatamente per fare pressione sulle autorità israeliane affinché revochino il blocco degli aiuti e scongiurino l’imminente carestia. 

Dal 2 marzo, quando è stato annunciato il blocco totale, nessun alimento, acqua, medicinale, materiale per rifugi o altri beni essenziali è stato autorizzato a entrare a Gaza, in palese violazione del diritto umanitario internazionale. I prezzi sono immediatamente saliti alle stelle, rendendo il cibo inaccessibile per molte persone e ora – a un mese di distanza – le scorte alimentari stanno completamente terminando. Proprio oggi, l’Associazione dei Panificatori ha annunciato che tutti i forni di Gaza hanno chiuso perché non c’è più farina, oltre a una carenza di gasolio, privando la popolazione persino del bene di prima necessità: il pane.

Senza la consegna di medicinali e di altri dispositivi medici, gli ospedali faticano a curare i pazienti feriti nei bombardamenti dell’esercito israeliano, che nelle ultime due settimane – da quando sono ripresi – hanno già causato oltre mille morti, facendo salire il bilancio totale delle vittime a oltre 50.000. Attualmente, migliaia di persone stanno fuggendo da Rafah dopo che è stato emesso un nuovo ordine di sfollamento forzato per quasi l’intera città, aggiungendosi alle decine di migliaia già costrette ad abbandonare le proprie case nelle ultime due settimane. In cammino a piedi, con solo ciò che riescono a trasportare, vengono spinte in aree sempre più affollate, dove non hanno alcuna possibilità di accedere a ripari o beni essenziali.

Gli operatori umanitari stanno facendo tutto il possibile per rispondere alla crisi, ma continuano ad affrontare pericoli inaccettabili mentre svolgono il loro lavoro. ActionAid è profondamente indignata per l’efferata uccisione di 15 operatori umanitari nel sud di Gaza, inclusi otto paramedici della Mezzaluna Rossa Palestinese, i cui corpi sono stati ritrovati in una fossa comune: esigiamo giustizia e la piena assunzione di responsabilità da parte di chi ha commesso questi crimini.

Riham Jafari, coordinatrice per la comunicazione e l’advocacy di ActionAid Palestina, ha dichiarato: “È assolutamente inconcepibile che, da un mese intero, non sia stato autorizzato l’ingresso nemmeno di un camion di aiuti, nonostante l’estremo bisogno. Tutti i progressi fatti nelle prime otto settimane di tregua, durante le quali il cibo ha potuto entrare a Gaza, stanno rapidamente svanendo, e ora le persone sono nuovamente a rischio di fame. È spaventoso che le autorità israeliane continuino a ignorare impunemente i loro obblighi ai sensi del diritto umanitario internazionale, mentre a Gaza si consumano atrocità quotidiane. La comunità internazionale non può più tollerare tutto questo: tutti gli Stati devono mobilitarsi e fare tutto il possibile per fare pressione sulle autorità israeliane affinché riprendano la consegna degli aiuti e ristabiliscano la tregua, ora”.