La Guardia di Finanza di Genova nel corso di indagini mirate al colpire il sommerso occupazionale ha rinvenuto, presso un’armeria sita in Genova (Voltri), svariati lavoratori in nero – tra cui un soggetto evaso dal carcere – un poligono abusivo, officine abusive e gravi violazioni in materia ambientale.
Durante i controlli all’interno della vasta area, costituita da ex cartiere e nascosta tra la vegetazione di un’ansa del rio Cerusa, è stato individuato un cittadino sloveno, colpito da ordinanza di misura cautelare in carcere per evasione, il quale si nascondeva all’interno della struttura. Inoltre, uno dei locali era stato adibito a poligono abusivo; sono stati infatti rinvenuti bossoli, bersagli crivellati e ulteriori elementi riconducibili a un’assidua attività di tiro.
A riguardo, il proprietario è stato denunciato ai sensi dell’art.57 del T.U.L.P.S. (abusiva accensione di fuochi artificiali) in assoluta carenza di autorizzazioni.
Le ulteriori perquisizioni effettuate presso tutto il complesso hanno fatto emergere oggettive violazioni in tema ambientale: in particolare, sono stati trovati un terrapieno formato da detriti di costruzione e demolizione identificabili in rifiuti di sostanze pericolose per ca. 20 mc lungo il rio Cerusa, numerose lastre di amianto, frigoriferi, caldaie, motorini, biciclette, pneumatici, lastre di eternit, fusti in latta e altra tipologia di rifiuti. Nell’antistante piazzale, invece, giacevano veicoli in evidente stato di abbandono, che avvaloravano la tesi del reato di gestione illecita di rifiuti.
A seguito di ciò, il proprietario è stato dunque denunciato in violazione dell’art 256 c.2 l. 252/2006 (attività di gestione di rifiuti non autorizzata). Sempre presso le vaste ex cartiere sono state scoperte officine e magazzini attrezzati con un forno da verniciatura, apparecchiature di vario genere, ponti elevatori, parti di veicoli smontati e numerose parti di ricambio, oltre che carcasse di autovetture, con conseguente denuncia del proprietario ai sensi dell’art. 10 della l.52/92 n.122. Le attività svoltesi dalle prime luci dell’alba fino a tarda sera – anche con il successivo ausilio della Polizia Scientifica e dell’ARPAL – hanno permesso di sottoporre a sequestro tutti i locali attinenti a tale attività illecita ed è stata altresì richiesta la sospensione della medesima in seguito al rinvenimento di una cospicua presenza di lavoratori in nero.