Dal controllo e la correzione di comportamenti e fattori di rischio, come ad esempio il fumo o il diabete, che possono compromettere il successo delle cure, a come lavarsi bene i denti a casa, fino agli strumenti da utilizzare per la diagnosi e i trattamenti non chirurgici e chirurgici per la terapia parodontale. Queste e altre sono le raccomandazioni contenute nelle Linee Guida Nazionali per la terapia della parodontite meno grave, di stadio I-III, pubblicate di recente nel Sistema Linee Guida Nazionali.
Redatte da SIdP, sulla base delle Linee Guida della Federazione Europea di Parodontologia, e incorporate dall’Istituto Superiore di Sanità nel Sistema Linee Guida Nazionale, saranno diffuse in maniera capillare a tutti gli oltre 60mila odontoiatri italiani, grazie a un progetto di formazione promosso da SIdP e da CAO-FNOMCEO. L’obiettivo è guidare il professionista nel trattamento della parodontite fin dagli stadi iniziali, alla luce delle evidenze scientifiche più recenti, affinchè l’infiammazione gengivale, che può essere trattata con successo, non comporti conseguenze come la parodontite grave, fino alla perdita dei denti. Il progetto, presentato anche al Ministero della Salute, per la Giornata della Parodontite del 16 giugno, prevede corsi nelle principali città italiane ed eventi di formazione a distanza ma sarà anche l’occasione per diffondere maggiore consapevolezza nella popolazione sull’importanza della prevenzione, della diagnosi e del trattamento della malattia parodontale. A tal fine saranno attivi il numero verde 800-144979 e l’Help-Desk prevenzione@sidp.it per interagire gratuitamente con gli esperti SIdP.
“Oggi, a fronte di 30 milioni di persone con gengive infiammate, solo il 17% dichiara di aver ricevuto una diagnosi e appena il 3% dichiara di essersi sottoposto a terapia parodontale – osserva Nicola Marco Sforza, presidente SIdP – In questo modo il rischio che le gengive infiammate si aggravino fino alla parodontite grave è concreto: oggi sono 3,5 milioni gli italiani con parodontite grave, causa principale della perdita dei denti, oltre che di un terzo delle protesi fisse e del 40% delle protesi mobili. Solo un paziente su 4 conosce le vere conseguenze della parodontite grave, che può essere scongiurata intercettando precocemente l’infiammazione gengivale e trattandola per lo più in maniera non chirurgica, come indicato dalle Linee Guida. Se una parodontite negli stati più iniziali – sottolinea Sforza – viene trattata in maniera corretta si riduce molto la probabilità di perdere uno o più denti nell’arco di dieci anni, se invece l’odontoiatra non interviene al meglio, il rischio di perdere denti in dieci anni quintuplica. Per questo è importante diffondere il più possibile le Linee Guida a tutti i dentisti e igienisti italiani, peraltro mediamente molto preparati, in modo da facilitare l’uso di adeguati strumenti preventivi e terapeutici, a secondo della gravità della malattia, in base alle più recenti evidenze scientifiche”.
“Il progetto di diffusione delle Linee Guida, che si inserisce nello sforzo educativo che SIdP da sempre rivolge a operatori sanitari e popolazione, ha l’obiettivo di migliorare la qualità e la sicurezza delle cure, oltre a rappresentare un documento di riferimento anche da un punto di vista medico-legale – aggiunge il Prof Maurizio Tonetti, Past President SIdP e coordinatore della Commissione SIdP-CAO dedicata al Progetto – I dentisti e gli igienisti devono e possono fare di più. Requisito essenziale è la diagnosi e quindi l’uso da parte del dentista della sonda parodontale durante tutte le visite di controllo. Le linee guida poi aiutano il dentista e l’igienista a personalizzare il trattamento sulla base dello Stadio (gravità) e il Grado (aggressività) della parodontite. Il primo passo richiede mettere il paziente in grado di lavarsi bene i denti a casa: spazzolino e scovolini o filo interdentale. Prima di iniziare vanno anche controllati e corretti, se possibile, i fattori e i comportamenti a rischio, come ad esempio il diabete o il fumo. Il primo passo della terapia della parodontite richiede una strumentazione attenta per rimuovere placca e tartaro al di sotto del margine delle gengive, nelle tasche parodontali, se necessario in anestesia locale. Dopo questa terapia si attendono 2-3 mesi per valutare la guarigione dei tessuti e se sono stati raggiunti gli obiettivi relativamente all’eliminazione dell’infiammazione e al controllo adeguato di placca da parte del paziente. In questo caso si potrà definire eventualmente la necessità di affrontare ulteriore terapia di tipo non chirurgico o chirurgico: l’obiettivo finale è ottenere tasche gengivali di profondità limitata e senza infiammazione (sanguinamento al sondaggio)”. Gli elementi di novità delle linee guida – spiega Tonetti – sono: la definizione di scalini terapeutici da applicare in sequenza sulla base della diagnosi di gravità della parodontite (quindi personalizzazione delle cure); l’enfasi sulla completezza del percorso terapeutico con tutte le sue componenti (cura completa per evitare recidive); e il raggiungimento di obiettivi terapeutici misurabili con parametri obiettivi (verifica di aver raggiunto i risultati). Inoltre, le linee guida indicano cosa non fare e dove concentrare l’attenzione e le risorse.”
Con l’applicazione delle Linee Guida sarà possibile fare un passo in avanti concreto per contrastare la diffusione della parodontite e anche per questo il progetto è sostenuto dalla Commissione Albo Odontoiatri Nazionale, come sottolinea il presidente Raffaele Iandolo: “Siamo orgogliosi di partecipare a questo progetto che è un’iniziativa seria, concreta e costruttiva a tutela della salute dei cittadini italiani e per ulteriore crescita della categoria professionale. Con un corretto approccio terapeutico sarà possibile ridurre le conseguenze sanitarie e anche economiche della parodontite, che tuttora comporta costi elevati per le cure che si rendono necessarie negli stadi più gravi, e per la riduzione della qualità di vita connessa alla perdita dei denti”. “Come Commissione Albo Odontoiatri Nazionale della Federazione degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri (CAO-FNOMCEO) vogliamo anche sottolineare l’altissimo livello di qualità delle linee guida che coniugano la migliore evidenza scientifica con l’esperienza clinica facendo chiarezza su cosa fare e cosa non fare. Un ultimo spunto, il rigoroso processo di accoglimento nel sistema linee guida nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità valuta, tra l’altro, l’applicabilità delle nuove linee guida al sistema salute italiano rendendole strumento utilissimo a supportare qualità e sicurezza delle cure nella nostra realtà.”