L’inquinamento ambientale è una delle sfide più urgenti del nostro tempo: i livelli crescenti di contaminazione destano molte preoccupazioni in quanto mettono a rischio sia la salute pubblica che la biodiversità a livello globale. Negli ultimi anni la produzione e il consumo di oggetti di plastica è aumentano vertiginosamente producendo fenomeni di inquinamento sia sulla terra ferma che in mare. Non esiste settore che non faccia uso di questo materiale: dagli aeroporti ai supermercati, dai negozi di qualunque genere agli hotel, dai ristoranti ai bar, persino sull’Everest, a 8.440 metri di altezza, è stato recentemente scoperto che la neve non è più immacolata come un tempo ma è, bensì, contaminata da microplastiche, le più alte mai trovate sul pianeta.
Secondo i dati del WWF in un solo anno si producono 450 milioni di tonnellate di plastica, di questi, 8 milioni di tonnellate di rifiuti finiscono negli oceani del mondo, causando l’80% dell’inquinamento marino. Se si continua a seguire questo andamento, entro il 2050 ci sarà, in peso, più plastica che pesce, non importa se viviamo in una città lontana dal mare, i nostri rifiuti, spinti dal vento o trascinati dagli scarichi o dai fiumi, finiranno comunque in acqua impattando su moltissimi organismi. Secondo i dati dell’Associazione Marine Conservation Society, sui fondali si annidano quasi due milioni di pezzi di microplastiche per metro quadrato.
Oltre ad arrecare danni a tutta la fauna marina, le plastiche e microplastiche vengono trasferite e accumulate seguendo una catena alimentare che arriva fino all’uomo, creando effetti ancora ignoti sulla nostra salute. Come se non bastasse, il rischio per gli abitanti del mare è costituito anche dai rifiuti più grandi come le lenze, le reti e le altre attrezzature da pesca che si attorcigliano attorno agli animali e alcune volte, vengono ingerite.
Per affrontare e cercare di limitare questo grande problema, nel 2009 è stata istituita la Giornata Mondiale Senza Sacchetti di Plastica che si celebra il 12 settembre di ogni anno, questo giorno è stato creato dall’associazione Marine Conservation Society, la prima organizzazione a dare risalto mediatico alla criticità dell’inquinamento ambientale prodotto dalle borse di plastica. La creazione di questa giornata vuole avere l’obiettivo di sensibilizzare quante più persone possibili sull’argomento e far si che ognuno di noi sia più responsabile ed attento a questa tematica. Con piccoli gesti quotidiani possiamo fare il nostro dovere e ridurre l’impatto ambientale: per esempio, al posto dei sacchetti inquinanti è preferibile utilizzare shopper in fibre naturali lavabili e più durature nel tempo, per il trasporto di frutta e verdura si può optare per sacchi a rete fatti di materiali naturali come il lino o il cotone, ed infine, l’incarto dei surgelati può essere sostituito con comodi barattoli di vetro facilmente lavabili dopo ogni utilizzo.
Oltre ad i gesti quotidiani, un altro modo per aiutare il nostro pianeta è quello di organizzare viaggi sostenibili: Firenze è un esempio di città green che da anni si impegna a dar vita ad iniziative e attività volte a porre l’attenzione verso l’ambiente e la sostenibilità. Negli ultimi anni, infatti, sono stati aperti negozi che commercializzano prodotti nel rispetto della natura, sono stati istituiti festival, laboratori e realtà collettive basati sull’ecosostenibilità. Per godere di un soggiorno eco-friendly sotto tutti i punti di vista è ideale scegliere hotel che sposano questa filosofia: l’FH55 Hotel Calzaiuoli, una struttura posta come una finestra aperta sui principali monumenti di Firenze e l’FH55Hotel Villa Fiesole, situato sulle colline che adornano la città, sono due esempi di alberghi green. Entrambi sono sensibili al turismo sostenibile, puntando ad evitare il consumo di plastica e di tutti gli altri materiali inquinanti. Nella splendida dimora storica FH55 Hotel Villa Fiesole, lo Chef Antonello Sardi guida il Ristorante Serrae Villa Fiesole, dove realizza i suoi piatti capolavoro utilizzando tecniche e prodotti green.