“Scioccante ricordare gli avvocati in fila ore davanti all’ufficio di Di Pietro per concordare l’interrogatorio di chi temeva di essere arrestato”. “L’avvocatura in quel periodo non ha svolto il proprio ruolo. Era succube del Pm”. “Chi dice che tutti sapevano non dice la verità”. “Con Mani Pulite si è esagerato, in carcere il diritto alla difesa”
Giuliano Pisapia, ospite del quarto episodio di “Monetine”, il podcast originale di Radio 24 nato da un’idea di Simone Spetia, ci racconta dal suo punto di vista Mani Pulite e quello che accadde nel 1992. “Non è un bel ricordo, è stato scioccante vedere avvocati più o meno noti in fila per ore davanti all’ufficio di Di Pietro per concordare l’interrogatorio di chi temeva di essere arrestato. Certo, non è giusto generalizzare ma l’avvocatura in quel periodo non ha svolto il proprio ruolo, quello di garantire il diritto di difesa, di contrastare l’uso strumentale della carcerazione preventiva e di opporsi a ogni abuso.
L’avvocatura è stata un po’ succube del PM. Quel periodo è da ricordare per evitare che possa ancora accadere”. E a chi diceva che tutti sapevano, chiede Simone Spetia il conduttore di Radio 24, Pisapia risponde: “io all’inizio non ci credevo, non mi rendevo conto, e dire ‘tutti sapevano’ che nei partiti politici ci fosse un tale livello di corruzione non corrisponde alla verità. Non avrei mai ipotizzato una tale situazione che ha portato persino il Presidente del Tribunale di Milano e il responsabile della Guardia di Finanza in carcere”. Infine, tirando le somme su quello che accadde 30 anni fa, Pisapia conclude a “Monetine – cinque storie di Mani Pulite”, il podcast originale di Radio 24: “Bisogna prendere atto che Mani Pulite poteva essere una cosa positiva ma si è esagerato, si sono incarcerate le regole e soprattutto il diritto alla difesa”.