“Bisogna osare per mettere mano alle riforme davvero utili all’avvocatura”. Ne è convinto Giampaolo Di Marco, segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense, dopo le ultime notizie che riguardano la categoria. In primis, l’annuncio, da parte del Governo, di voler adottare un modello sperimentale nel 2023 per l’esame di abilitazione forense.
Una prova scritta in una materia scelta dal candidato e una prova orale con risoluzione di un caso pratico. Questo per superare il doppio orale introdotto nel periodo Covid. E poi c’è la notizia delle quasi 3.000 cancellazioni dalla Cassa forense, nei primi mesi dell’anno. Un esodo spiegabile in parte con le assunzioni nella Pubblica amministrazione che possono risultare particolarmente appetibili. Perché non è affatto vero che tutti gli avvocati hanno redditi da favola: 100.000 euro, quasi la metà, ricorda Di Marco, sono sotto i 20.000 euro.
“Esodo dagli albi, incertezza nell’accesso, esami con criteri da scoprire- commenta Di Marco con la Dire- nulla di nuovo sotto al sole, forse perché chi dovrebbe accorgersi delle condizioni dell’avvocatura è metereopatico e segue l’andamento di una primavera cupa”. E invece, secondo il segretario Anf, “bisogna coraggiosamente prendere atto che è giunto il momento di osare, ovvero di mettere mano alle riforme utili alla professione per modernizzarla e renderla ancora luogo di approdo di giovani generazioni per realizzare i propri sogni e ambizioni future”, conclude.