“La giustizia a oggi non ha bisogno di un interventi a spizzichi e bocconi nè di propaganda; ha bisogno di riforma radicale che deve partire sempre dalla domanda: quanta giustizia vogliamo nelle nostre vite? Questo significa chiedersi, in un momento in cui si discute di riforme, quanta ‘organizzazione’ di giustizia ci deve essere. E quindi, a esempio: quanti magistrati da assumere, se necessari?”.
Nel giorno delle comunicazioni in aula alla Camera del ministro del Guardasigilli Carlo Nordio sull’amministrazione della giustizia, è questa la sottolineatura e raccomandazione che arriva da Giampaolo Di Marco, segretario generale dell’Associazione nazionale forense (Anf). Ma soprattutto: “Siamo al giro di boa, ad un anno dalla riforma del processo civile e penale e in entrambi i casi non è stata data buona prova di loro”, nel senso che non è derivato un miglioramento “né in termini processuali né in termini numerici. E quindi se deve intervenire la riforma delle riforme, una riforma Copernicana, che intervenga quanto prima perché credo che ormai non c’è più tempo”.