CATANIA – Prosegue l’impegno di Ance Catania nel sociale e nel processo di rieducazione dei condannati attraverso la formazione professionale e il lavoro. Un nuovo passo è stato fatto con il protocollo firmato dai Costruttori etnei, dall’Associazione Difesa e Giustizia APS ETS, dall’Ente Scuola Edile e dall’UDEPE (Ufficio Distrettuale di Esecuzione penale Esterna) di Catania. Tra i pilastri dell’accordo l’articolo 15 e il 17 della Costituzione che, rispettivamente, prevedono che “il trattamento del condannato e dell’internato è svolto avvalendosi principalmente dell’istruzione, della formazione professionale, del lavoro e della partecipazione a progetti di pubblica utilità, della religione, delle attività ricreative e sportive e agevolando opportuni contatti con il mondo esterno e i rapporti con la famiglia” e che “la finalità del reinserimento sociale dei condannati e degli internati deve essere perseguita anche sollecitando ed organizzando la partecipazione di privati e di istituzioni o associazioni pubbliche o private dell’azione rieducativa”.
Nei due articoli si riflette perfettamente uno dei punti dello statuto di Ance Catania, che «tra gli obiettivi ha quello di sollecitare e promuovere la formazione di maestranza per l’edilizia anche con la promozione di enti e scuole professionali di categoria a norma del Ccnl di settore, con lo scopo di elevare moralmente e culturalmente i lavoratori, oltre a garantirne benessere e crescita professionale – ha commentato il presidente dei Costruttori etnei Rosario Fresta – lo scopo è favorire lo sviluppo e il progresso nel settore delle costruzioni e promuovere la qualificazione tecnico-professionale e la specializzazione delle imprese. Rispondiamo alla domanda di mercato delle imprese che richiedono forza lavoro, e nello stesso tempo, grazie a questo protocollo d’intesa, puntiamo a favorire il reinserimento sociale delle persone detenute, dei soggetti imputati in regime di messa alla prova o delle persone condannate in regime di misura alternativa alla detenzione o di una pena sostitutiva alle pene detentive brevi».
«L’Ente Scuola Edile si impegnerà a formare soggetti sottoposti a misure di sicurezza – ha dichiarato Carmelo Belfiore, presidente Ente Scuola Edile di Catania – e metterà in campo azioni di supporto al processo di reinserimento sociale delle persone private della libertà personale, offrendo la possibilità di un cambiamento degli stili di vita e un processo di crescita personale e di effettiva partecipazione alla vita sociale a partire dal lavoro». Il protocollo avrà validità di un anno e potrà essere rinnovato alla scadenza in accordo di tutte le parti interessate: «Oggi con l’adesione dell’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna di Catania al protocollo siglato nel novembre 2023 tra l’Associazione Difesa e Giustizia, l’Ance Catania e l’Ente Scuola Edile di Catania, si rafforza la consapevolezza che il lavoro e la formazione specializzata debbano essere al centro del trattamento per coloro che affrontano misure alternative alla detenzione o pene sostitutive alle pene detentive brevi – ha affermato Massimo Ferrante, presidente dell’Associazione di Promozione Sociale “Difesa e Giustizia” – Il percorso di reintegrazione sociale e di riscatto non può prescindere da questi momenti che arricchiscono l’opera trattamentale». «La sottoscrizione del protocollo – ha aggiunto la direttrice dell’UDEPE Mariapia Fontana – rappresenta una grande opportunità per la nostra utenza e si pone sul solco di incrementare le possibilità di inclusione sociale e l’offerta di concrete opportunità di reinserimento, attraverso un ampliamento delle competenze tecnico professionali nel settore edilizio, così come anche delle possibilità di orientarsi nel mercato occupazionale. Ciò, concretamente, consente di ampliare lo spettro degli interventi rieducativi nell’ambito dell’esecuzione penale esterna e contribuisce a personalizzare e arricchire i nostri progetti di recupero, che vanno calibrati sulle caratteristiche individuali di ogni singola persona. Poter avere la disponibilità di svolgere un lavoro conforme alle proprie attitudini e competenze e la possibilità di intraprendere un percorso di autonomia e di svincolo dal bisogno economico – ha concluso – contribuiscono sensibilmente a prevenire la reiterazione di condotte devianti e rappresentano un’efficace strategia per assicurare reali opportunità di integrazione».