#GiustoMezzo: politiche integrate e investimenti moltiplicatori. Le proposte di metodo e di merito sul #recoveryfund…
“La pandemia ha reso evidenti problemi irrisolti come denatalità, disoccupazione femminile, povertà educativa, disinteresse per l’infanzia, mancata conciliazione famiglia-lavoro, insufficienza del welfare sui servizi alla persona da zero anni alla terza età. In questi mesi la voce delle donne si è fatta più forte e autorevole, contribuendo al dibattito con una visione lucida e ampia, distinguendosi per la qualità della proposta e per l’approccio alle questioni. Dapprima è stata avanzata la richiesta di una rappresentanza adeguata, adesso l’attenzione si è spostata sul merito dei problemi e nel metodo per affrontarli”.
È quanto scrive in una lettera aperta indirizzata al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e al Governo un gruppo di donne della società civile, a nome personale e in rappresentanza dei movimenti #DateciVoce, GammaDonna, Le Contemporanee, MammaDiMerda, PrimeDonne, European Women Alliance.
L’appello, scandito dall’hashtag #giustomezzo e disponibile sul sito www.ilgiustomezzo.it (sono già oltre 3000 le adesioni arrivate), è stato presentato oggi presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati alla presenza di Gian Paolo Manzella, Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Alexandra Geese, Membro del Parlamento Europeo, Verde/EFA, promotrice di #HalfOfIt, Costanza Hermanin, Fellow dell’Istituto Universitario Europeo, #DateciVoce, Azzurra Rinaldi, Economista, Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza, #DateciVoce, Mila Spicola, Insegnante, Consulente per l’Italia Ong Room to Read, con la moderazione di Cristina Sivieri Tagliabue, Giornalista, Le Contemporanee. La diretta dell’evento è disponibile sul sito web della Camera (https://webtv.camera.it/conferenze_stampa), sulle pagine Facebook dei movimenti aderenti e su YouTube.
“I problemi delle donne sono tanti e non riguardano solo loro, ma lo sviluppo sano ed equo di tutti. Su alcune priorità si può raccogliere un’attenzione condivisa: l’allargamento dell’offerta sulla cura della prima infanzia, dei bambini (nidi e tempo pieno) e della cura familiare in generale (anziani e non autosufficienti) anche con una spinta alla condivisione, pensando a un vincolo di spesa percentuale (sia sulla spesa ordinaria che su fondi UE o sul Recovery Fund) a tal fine per le Regioni e i Comuni “inadempienti”, che hanno percentuali minime di offerta di tali servizi.
Chiediamo non bonus o finanziamenti una tantum bensì il rafforzamento e la realizzazione delle necessarie infrastrutture sociali per un servizio pieno e strutturato; il rilancio dell’occupazione femminile (anche riprendendo alcune ipotesi di supporto fiscale: in questo modo, si favorisce l’ingresso delle donne sul mercato del lavoro); il gender pay gap, perché la disparità salariale tra uomini e donne non è solo una questione femminile, ma allontana l’intero paese da un efficiente utilizzo delle risorse con le quali creare benessere per l’intera popolazione”.