La crisi di governo che si è aperta con l’annuncio delle dimissioni delle ministre di Italia Viva è preoccupante e dagli sviluppi incerti e pericolosi. Non si comprende il legame tra la crisi politica e la crisi che stanno vivendo da mesi milioni di persone, compresa l’Arci e il mondo dell’associazionismo di promozione culturale e sociale, tra norme anti Covid, chiusure, perdita di posti di lavoro e Ristori che non arrivano.
Decidere di aprire una crisi di governo, in un momento nel quale l’Italia è alle prese con una pandemia e una crisi economica e sociale drammatiche, è un salto nel buio irresponsabile, dagli esiti imprevedibili. Preoccupa la leggerezza che l’ha determinata senza pensare alle possibili conseguenze. Non è di questo che abbiamo bisogno, non è di questo che il Paese ha bisogno, ma di affrontare con determinazione problemi cruciali, a partire dal Recovery fund, un piano vaccinale ancora da definire, il ritorno a una didattica a scuola che funzioni, Ristori tempestivi e in grado di sostenere le categorie più colpite, come il mondo dell’associazionismo diffuso, troppo spesso dimenticato. Si apre invece una crisi che pagheranno gli italiani, che favorirà l’incertezza con il risultato di aumentare la sfiducia nelle istituzioni e l’allontanamento delle persone dalla politica.
Siamo molto preoccupati dalle pesanti ricadute che tutto questo potrà avere sui cittadini e sul destino dei nostri circoli che soffrono ancora per una ingiusta e incomprensibile discriminazione. Così come temiamo che questa crisi possa favorire le destre, regalandogli il governo del Paese. Uscire da questa situazione non sarà facile ma è necessario trovare subito una soluzione per non far precipitare l’Italia in una crisi ancora più drammatica.