Jorge da Burgos è un personaggio del romanzo di Umberto Eco, “Il nome della Rosa”. E’ il frate, cieco, ex bibliotecario che, per impedire la lettura del secondo libro della poetica di Aristotele, dà fuoco alla imponente e ricca biblioteca del monastero.
Che cosa scrive Aristotele di così importante da indurre Jorge, prima ad avvelenare le pagine del libro, provocando la morte dei lettori, poi a distruggere un luogo della sapienza quale è la biblioteca con le sue migliaia di libri, copiati dai frati in lunghi anni di lavoro?
Il secondo libro della Poetica di Aristotele è dedicato al riso, che è sapienza quando ci libera dalla paura del diavolo, cioè dall’ignoranza.
Tornando ai giorni nostri potremmo fare una analogia tra Jorge e Di Maio.
Il primo dà fuoco alla biblioteca, il secondo dà fuoco a Radio Radicale, una emittente che da decenni informa i cittadini di quanto succede nei palazzi del potere e ha creato la più imponente biblioteca informatica sulla vita politica degli ultimi decenni.
Informare è un servizio per tutti i cittadini, libera dall’ignoranza, dalle superstizioni e dagli atti fideistici.
Il servizio, però, costa, come costavano le biblioteche dei monasteri. Chi questo servizio non lo vuole, non lo sostiene.
Il “conoscere per deliberare” è il punto di riferimento dell’attività di Radio Radicale, come lo erano le biblioteche medioevali, seppure riservati a pochi. Luigi Di Maio non è interessato alla conoscenza, ha paura che i cittadini si liberino del diavolo, cioè dell’ignoranza, come appunto, Jorge da Burgos.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc