Deve essere stato il ricordo del governo Monti che ha fatto gridare agli esponenti della Lega e del M5S, “governo politico e non tecnico!”.
Facendo una semplice visura, rileviamo che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è un tecnico, che il ministro dell’Economia, Giovanni Tria è un tecnico, che il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, è un tecnico, ecc.
Il neoministro degli Interni, Matteo Salvini, quello di “O Savona o voto“, e “io rispetto la parola data”, si è subito esercitato in una performance sugli immigrati con: “a casa loro!“. Vogliamo ricordare al neo-ministro e segretario della Lega che, mezzo milione di immigrati irregolari, sono a “casa nostra” anche grazie alla guerra che il governo Berlusconi ha fatto alla Libia (il primo bombardamento italiano è avvenuto il 28 aprile 2011), governo del quale faceva parte la Lega. Anche in questo caso la memoria è carente e le promesse lasciano il tempo che trovano.
Dice il neoministro, Luigi Di Maio, che questo è il governo del cambiamento; a noi risulta che il ministro Tria collaborava con Brunetta, che è un esponente di Forza Italia, cioè di Berlusconi, e che il ministro degli Esteri, Moavero, ha governato con Monti e Letta. Savona, emblema del cambiamento, doveva ricoprire la carica di ministro dell’Economia, ma è stato declassato a capo di un dipartimento della presidenza del Consiglio, quale è il ministero degli Affari Europei.
Il neo presidente del Consiglio, Conte, ha dichiarato che realizzerà gli obiettivi del “Contratto”.
Se il buon giorno si vede dal mattino, abbiamo seri dubbi.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc