Rho – Il corteo organizzato per celebrare la Festa della Liberazione ha visto a Rho una grandissima partecipazione: centinaia di persone hanno accompagnato le autorità e le associazioni d’Arma, di Protezione civile e di soccorso seguendo le note del Corpo Musicale Cittadino Parrocchiale.
La giornata ha preso il via con la messa celebrata nella chiesa prepositurale di San Vittore dal decano di Rho don Fabio Verga, che nell’omelia ha ricordato la necessità di difendere sempre la dignità dell’uomo, di diventare costruttori di una nuova umanità e di ascoltare il grido della pace e il grido dei poveri.
In piazza San Vittore due eventi: la presentazione del podcast “I giorni della resistenza”, realizzato su idea di Fabio Novelli dal Tourist Infopoint, e il taglio del nastro, alla presenza di tutte le forze dell’ordine cittadine, della mostra “La Resistenza partigiana. L’altra Resistenza degli Internati Militari” a cura di ANPI Rho, esposta tutto il giorno accanto alla Libreria San Vittore.
Quindi, si è formato il corteo aperto dal Corpo Musicale Cittadino Parrocchiale. Davanti alla caserma della Guardia di Finanza, già Casa del Fascio teatro delle torture ai martiri di Robecchetto, una prima sosta, nel ricordo dei partigiani ma anche degli Internati Militari Italiani. Al cimitero centrale sosta al Sacrario dei Caduti e al Sacrario delle Partigiane e dei Partigiani per la deposizione delle corone portate dai giovani studenti della scuola Manzoni. Una terza corona è stata deposta al monumento ai Caduti per la Resistenza e alla targa dedicata a Giovanni Pesce.
Altra sosta al Monumento degli Alpini, quindi un ricordo di Agostino Casati nel largo a lui intitolato. Il Sindaco Andrea Orlandi ha voluto rendergli omaggio rievocando il suo impegno per la giustizia e la democrazia prima e dopo il 25 aprile 1945.
Poco dopo le 11, gli studenti dell’Istituto Comprensivo Statale Anna Frank hanno cantato l’Inno Nazionale e letto i nomi dei cinquanta internati militari rhodensi, cui la mostra di ANPI rende omaggio.
Sul palco, Marco Brando, presidente dell’Associazione Nazionale ex Internati, ha ricordato come questa realtà sia rinata da poco: “Questioni anagrafiche, una ventina di anni fa, avevano portato il gruppo a spegnersi. Oggi figli e nipoti che apprezzano quanto fatto dagli IMI tornano a rilanciare i valori per cui loro si sono schierati contro il fascismo e la Repubblica di Salò, accettando le conseguenze della deportazione. Qui a Rho viviamo il nostro esordio ufficiale con uno striscione fresco di stampa. Pensate se in una delle guerre in corso anche solo cento militari dicessero non obbedisco più, non combatto più: i giornali ne trarrebbero titoli cubitali. Ancora di più se fossero mille o duemila. Nel 1943 furono 650mila a rifiutare di combattere, accogliendo la deportazione nei lager e una morte probabile, giunta infatti per 80mila di loro. Erano ragazzi cresciuti sotto la dittatura e hanno saputo dire basta: siano un insegnamento anche oggi, contro tutte le dittature”.
Carmen Meloni, rappresentante di ANED, Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, ha diffuso la lettera scritta dalla assemblea nazionale ANED il 14 aprile scorso, lanciando come monito la frase “L’odio produce odio, la guerra desiderio di vendetta che rischia di ripercuotersi per generazioni”.
Il presidente di ANPI RHO, Mario Anzani, ha dichiarato che il 25 aprile è una “ festa preziosa non solo perché è un’occasione di civile memoria, ma perché porta in sé una promessa di liberazione da continuare a mantenere”.
“Mi piacerebbe – ha detto Anzani – che in questo 25 aprile in tutte le piazze si alzasse forte l’invocazione “cessate il fuoco” (a Gaza, in Ucraina, ovunque), perché la guerra se non viene fermata tende a estendersi. Alla Resistenza partigiana combattuta sui monti e nelle città accomuniamo oggi il ricordo dell’altra Resistenza degli Internati militari che, catturati dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 e deportati nei lager del Terzo Reich, scelsero la prigionia e il lavoro coatto rispetto alla lusinga di tornare a casa, mettendosi al servizio della Repubblica Sociale costituita a Salò da Mussolini su disposizione di Hitler. Una scelta coraggiosa, la loro, di grande valore etico e politico, che abbiamo inteso onorare con la mostra esposta in piazza e con l’opuscolo in distribuzione al banchetto dell’Anpi, corredati dall’elenco di 50 internati militari rhodensi”. Quindi il riferimento alla Costituzione: “E’ lascito prezioso della Resistenza, è la nostra via maestra – ha detto Anzani – Nella nostra Costituzione la solidarietà, la giustizia sociale e la dignità umana sono elementi coessenziali alla democrazia, la quale assume così una dimensione sociale. L’antifascismo deve saper estendere il proprio impegno per preservare il concetto di società dei padri e delle madri costituenti, una società che concentri i suoi sforzi sul ripudio della guerra, sulla salute, sull’istruzione e sul lavoro, che persegua l’uguaglianza e condizioni di vita accettabili per tutte e tutti, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, come vuole l’articolo 3 della Carta suprema”.
A chiudere i discorsi ufficiali, il Sindaco Andrea Orlandi, che ha esordito facendo riferimento alla guerra in cui oggi potremmo ritrovarci, con l’ampliamento dei conflitti in corso. Ha ricordato la “Pietà di Gaza”, la foto che rappresenta una donna palestinese di 36 anni, accovacciata per terra, mentre stringe a sé, quasi cullandolo, il corpo avvolto in un sudario bianco della nipotina di 5 anni morta in un attacco nella striscia di Gaza, insieme alla madre e alla sorella mentre si trovavano nella loro casa. Una immagine che racconta gli orrori della guerra e spinge a unirsi al grido di papa Francesco per chiedere una convivenza pacifica e rispettosa tra i popoli.
Orlandi ha rilanciato gli insegnamenti dei Padri Costituenti e i principi della Costituzione, ricordando come il 25 aprile 1945 abbia rappresentato il trionfo e l’affermazione dei valori di libertà, dignità umana e democrazia, fino ad allora avviliti e negati dalla ventennale dittatura fascista.
Un pensiero speciale è stato rivolto agli Internati Militari Italiani rhodensi di cui erano presenti in piazza alcuni discendenti. Orlandi ha evidenziato come gli IMI abbiano scelto di stare dalla parte giusta della storia.
Il primo cittadino ha poi ricordato i deportati nei campi di concentramento e si è soffermato sul centesimo anniversario del delitto Matteotti: ANPI Rho dedicherà una visita a Fratta Polesine, città di Giacomo Matteotti, domenica 26 maggio e nel mese di giugno sarà apposta una targa nella via omonima nel cuore di Rho.
Orlandi ha esortato a mantenere viva la memoria di coloro che hanno perso la propria vita per la pace e la democrazia, anche esercitando il diritto di voto alle prossime elezioni per il Parlamento europeo. Ai ragazzi dell’Istituto Anna Frank il passaggio di un ideale testimone della cultura del ricordo, anche attraverso il podcast “I giorni della Resistenza”. Infine, l’invito a promuovere i valori di antifascismo e democrazia.
Nel pomeriggio al Tourist Infopoint, un intervento teatrale sull’ingegno degli IMI nei campi di prigionia a cura della compagnia GURB.