“L’obbligo del green pass per gli studenti iscritti all’Università è previsto da una norma – il decreto legge 111/21 – non solo discriminatoria, ma che nega anche il diritto allo studio”: a dirlo è stato oggi Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief. Durante un’intervista all’agenzia Teleborsa, il sindacalista autonomo ha detto che “questa norma è stata inserita all’improvviso senza alcuna ragione specifica”. E che in Europa e non solo le cose stanno andando diversamente. “Sappiamo per esempio che in Inghilterra 20 atenei su 24 continueranno il prossimo anno con la didattica a distanza. In America poi è la modalità più utilizzata. Non si comprende perché, secondo le dichiarazioni del ministro Cristina Messa, gli studenti universitari italiani debbano presentare il green pass altrimenti non possono più sostenere esami di profitto, non possono più laurearsi”. Per questi motivi, il sindacato ha deciso di ricorrere, puntando alla disapplicazione del decreto legge n. 111/2021 e di tutte le disposizioni attuative.
La norma sull’obbligo del certificato “verde” obbligatorio per gli studenti universitari è “profondamente ingiusta”. Ne è convinto il leader dell’Anief, il sindacato che, spiega il presidente Marcello Pacifico, “in collaborazione con Radamante sta curando dei ricorsi con delle diffide, che saranno inviati ai rettori da parte degli studenti, per garantire comunque l’accesso in presenza ai corsi universitari o comunque l’accesso a distanza agli stessi ed alle attività didattiche.
Con il ricorso si propone di contrastare l’atteggiamento discriminatorio dello Stato italiano: una decisione presa, secondo l’organizzazione sindacale autonoma, “in palese violazione del regolamento europeo”. Per questo abbiamo deciso di “impugnare il decreto-legge che obbliga gli studenti universitari ad ottenere il green pass, pena l’impossibilità di esercitare il proprio diritto allo studio”.
“Invitiamo tutti quanti – conclude Pacifico – non solo a firmare la petizione, che è ancora online e serve anche per far riflettere l’opinione pubblica la politica quando il Parlamento riaprirà nuovamente, ma in questo momento è importante aderire al ricorso con Radamante per poter finalmente reclamare il proprio diritto e vedere disapplicato o sospeso un decreto-legge palesemente illogico”.
L’iniziativa giudiziaria intende contrastare l’illegittimo obbligo del possesso e dell’esibizione del Green Pass, nonché contro le sanzioni amministrative. L’azione vuole annullare l’art. 1 c. 6 del DL n. 111/21 e le disposizioni applicative che causano l’interruzione del diritto allo studio (esami, lezioni, lauree) e il pagamento di una multa da 400 a 1.000 euro. Adesioni entro il 23 agosto al seguente link.
Intanto, continua la raccolta delle firme per la petizione rivolta ai parlamentari italiani: sono oltre 113 mila ad avere aderito in pochi giorni. La richiesta sarà depositata alla riapertura dei lavori in allegato alle proposte di modifica del provvedimento in corso di conversione che saranno presentate in raccordo con Anief. Per firmare, basta collegarsi al seguente link.