Il sig. Dmitry Arkadievich Mazepin è un imprenditore di nazionalità russa. È il proprietario e l’amministratore delegato della Uralchem, impresa russa produttrice di un’ampia gamma di prodotti chimici. Tale impresa si presenta in Russia come il maggior produttore di nitrato di ammonio e il secondo maggior produttore di fertilizzanti a base di ammoniaca e di azoto.
Nel febbraio 2022, all’indomani delle fasi iniziali dell’aggressione russa contro l’Ucraina, il sig. Mazepin e altri 36 imprenditori hanno partecipato a una riunione con il presidente Putin e altri membri del governo russo. Essi hanno discusso le scelte da effettuare in seguito alle sanzioni occidentali nei confronti della Russia.
Secondo l’Unione europea, l’invito del sig. Mazepin a tale riunione, nonché gli altri elementi di prova del fascicolo, dimostrano che egli fa parte della cerchia più ristretta del presidente Putin, che è un imprenditore di spicco e che sostiene o realizza politiche che minacciano l’Ucraina. Il Consiglio dell’Unione europea ha pertanto deciso di infliggergli delle sanzioni: tutti i suoi fondi e le sue risorse economiche all’interno dell’Unione sono stati congelati e gli è stato vietato di fare ingresso o transitare nel territorio degli Stati membri 1.
Il sig. Mazepin ha impugnato la decisione del Consiglio dinanzi al Tribunale.
Tuttavia, il Tribunale respinge tutti gli argomenti dedotti dal sig. Mazepin.
Infatti, il Consiglio ha debitamente motivato la sua decisione. Il sig. Mazepin ha avuto accesso agli elementi di prova del suo fascicolo, che gli hanno consentito di comprendere agevolmente che cosa gli veniva addebitato e di potersi difendere.
Il Consiglio ha fornito un complesso di indizi sufficientemente concreti, precisi e concordanti che evidenziano che il sig. Mazepin è un imprenditore di spicco e che opera in un settore che fornisce una notevole fonte di reddito al governo russo. Di conseguenza, le sanzioni nei confronti del sig. Mazepin sono tali da far aumentare i costi delle azioni intraprese dalla Russia in Ucraina. Esse rispondono, quindi, alla volontà del Consiglio di esercitare pressioni sulle autorità russe per porre fine alle loro azioni e alle loro politiche di destabilizzazione dell’Ucraina.