Alla luce dell’ ‘AI Act’, ovvero la prima legge sulla regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale approvata dalla Unione Europea qualche giorno fa, questa mattina in Sala Nassiriya al Senato l’atleta paralimpica e oggi senatrice Giusy Versace (segretario della Presidenza del Senato e Vice presidente della VII Commissione) ha organizzato un evento dal titolo “Intelligenza Artificiale: gestione del rischio e innovazione responsabile”, moderato dal direttore de “Il Messaggero” Massimo Martinelli e al quale hanno partecipato il prof. Ruben Razzante, docente di diritto dell’Informazione all’Università Cattolica di Milano e autore del volume “Il governo dell’Intelligenza artificiale”, i senatori Marco Lombardo, Elena Murelli, Alfredo Bazoli.
Il dibattito è servito per analizzare e approfondire punti di forza e criticità dell’IA, nonché le sue ricadute nei vari settori. “Se le precedenti innovazioni tecnologiche hanno quasi sempre migliorato le attività dell’uomo, questa nuova frontiera mira a sostituire l’uomo”, con queste parole ha aperto i lavori il direttore Martinelli che ha poi approfondito, con i diversi interlocutori presenti, i concreti rischi e le diversi opportunità per ognuno degli ambiti rappresentati questa mattina ovvero la sanità, la giustizia, la pubblica amministrazione, l’editoria e il giornalismo.
Giusy Verace ha subito ricondotto l’argomento anche nell’ambito disabilità: “L’Intelligenza Artificiale è già nelle nostre vite da diverso tempo e il suo utilizzo nel mondo della disabilità ha agevolato anche molto persone non vedenti e non udenti, così come la tecnologia applicata nell’ambito delle protesi ha fatto enormi passi avanti. Dobbiamo però circoscriverne l’utilizzo, mettere in campo competenze, preparazione e formazione affinché l’IA sia a servizio dell’uomo e non in sostituzione dell’uomo e a livello politico dobbiamo impegnarci a fare in modo che questa tecnologia diventi accessibile a tutti, altrimenti rischiamo di avere disabili di seria A e disabili di serie B, dato che molti di questi ausili frutto del progresso non rientrano nei livelli essenziali di assistenza (Lea) e quindi non sono per tutti. L’ OMS ha stimato che 2 miliardi e mezzo di persone con disabilità entro il 2030 avranno la necessità di utilizzare IA per migliorare il proprio stile di vita, diventare più autonomi e interagire con l’esterno. Sono ottimista, vedo grandi opportunità ma dobbiamo quindi pronti perché IA, se usata correttamente, potrà davvero aiutare le persone”.
Il prof. Ruben Razzante, autore del libro “Il governo dell’Intelligenza artificiale”, ha subito fatto capire che ci troviamo di fronte ad una trasformazione digitale epocale, una rivoluzione copernicana e ‘umanesimo digitale’ che cambierà l’approccio al lavoro, alla socialità e alle attività produttive, finendo per permeare tutti gli ambiti dell’agire umano. “L’Intelligenza Artificiale deve essere di tutti, deve rivelarsi inclusiva fin dalla sua adozione, produrre effetti sulla collettività. Si deve aprire un dibattito pubblico e non dobbiamo considerarlo un argomento solo per addetti ai lavori, perché cambierà la vita di tutti e quindi dobbiamo trovarci pronti per accogliere questa tecnologia nel migliore dei modi”.
E’ intervenuto anche il senatore Marco Lombardo, che fu il primo parlamentare a presentare un intervento in Aula completamente scritto da IA: “Quella fu una provocazione per portare l’attenzione del Parlamento italiano sul potere di IA, in un momento in cui in Italia non se ne parlava abbastanza. Non sono d’accordo però con il clima di entusiasmo ed euforia per l’’AI Act’ licenziato dall’Unione Europea, perché rischiamo solo di concentrarci sul rispetto dei diritti fondamentali, senza considerare gli aspetti benefici e positivi. Non dobbiamo aver paura del futuro, ma averne fiducia. Dobbiamo imparare a conoscere IA, ad utilizzarla in maniera corretta, integrarla al lavoro dell’uomo e applicarla in settori chiave come la medicina preventiva”.
Sull’utilizzo di IA applicata al campo della Sanità è intervenuta invece la senatrice Elena Murelli: “Ho visto scrivere una cartella clinica da IA in 10 minuti anziché un’ora e mezza e questo è un esempio di come può aiutare a snellire certe procedure burocratiche e lasciare al medico più tempo per i pazienti. Al contrario, nella lettura di una Tac, IA non è riuscita a distinguere un tumore benigno da uno maligno. Sono certa che IA possa essere un aiuto nella ricerca, nella prevenzione, nello screening, però dobbiamo superare il problema della privacy per assistere il cliente a 360 gradi: il possesso dei dati non deve essere un potere, ma una risorsa importante per sviluppare prevenzione, diagnostica e ricerca”.
Nel campo della Giustizia, Alfredo Bazoli è stato chiaro: “Stiamo portando avanti un’indagine conoscitiva sulla IA nella Commissione Giustizia per capire il confine oltre il quale non si può andare, perché anche la UE riconosce che la Giustizia sia uno di quei settori ad alto rischio, da gestire con grande responsabilità perché può minare i diritti fondamentale delle persone. IA può essere utilissimo per gestire l’organizzazione del lavoro, ma nessun algoritmo o calcolo matematico può sostituirsi alla condotta umana: il giudizio di un giudice è composto da talmente tanti fattori personali (intuito, intelligenza emotiva, equità, saggezza, esperienza ecc) non riconducibili ad una formula matematica”.
Nell’ambito giornalistico si è invece addentrato il direttore Massimo Martinelli: “Bisognerebbe responsabilizzare i player della comunicazione, affinché rendano riconoscibile in rete ciò che è prodotto da IA da ciò che è prodotto professionalmente dall’uomo, attraverso una sorta di bollino di qualifica. IA può aiutare a scremare le fake news e valorizzare un’informazione di qualità, così come le piattaforme dovrebbero prendere a cuore l’informazione di qualità perché è un diritto di tutti essere informati correttamente. Anche la politica dovrà svolgere un ruolo chiave in questa prima fase, proprio per trasformare una minaccia in opportunità: non cadiamo nell’errore di far competere l’uomo contro la macchina, ma facciamo in modo che sia l’uomo saggio a usare la macchina in modo positivo”.
“Ringrazio il prof. Razzante che ci ha dato oggi la possibilità di confrontarci sui rischi e sulle opportunità dell’IA, il direttore Martinelli che ha moderato l’incontro e i colleghi Bazoli, Murelli e Lombardo che hanno dato preziosi spunti di riflessione” – ha chiuso così il convegno Giusy Versace.